Salgono a 99 i casi legati al cluster dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma. Due donne sono decedute. I positivi sono stati trasferiti allo Spallanzani. D’Amato (assessore Salute Lazio): «Situazione sotto controllo»
Sono in totale 99 i casi positivi del focolaio dell’Irccs San Raffaele Pisana, destinati ad aumentare. Un cluster che, per l’Unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio «si dimostra impegnativo, ma il sistema dei doppi controlli sta funzionando, grazie alla tempestività degli interventi messi in atto sono stati individuati questi nuovi casi che erano negativi ai tamponi precedenti». “L’indagine epidemiologica andrà a ritroso a partire dal 1 di maggio e già sono stati chiamati i primi 200 pazienti dimessi dalla struttura presso i drive-in per effettuare i test sierologici L’attenzione resta altissima e i pazienti positivi sono stati tutti trasferiti. Proseguono le attività per i test sierologici sugli operatori sanitari e le Forze dell’ordine”, conclude l’assessore.
A distanza di cinque giorni dalla prima tornata di tamponi, sono emersi 16 nuovi casi positivi nell’ospedale romano. Si tratta di 14 pazienti, tutti collegabili ai primi positivi e due operatori. «I pazienti sono tutti in trasferimento verso l’Istituto Spallanzani – fanno sapere – ed è stato dato mandato alla struttura San Raffaele di comunicare tempestivamente le informazioni ai familiari». Sono, inoltre decedute due donne riferibile al cluster, una di 89 anni al Policlinico Gemelli e una di 82 all’ospedale militare del Celio. «I due dipendenti positivi – ha fatto sapere la Regione Lazio – sono un operatore sociosanitario e un fisioterapista in sorveglianza a domicilio».
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«La situazione al momento è sotto controllo, in quanto all’interno della struttura non vi sono più casi positivi», è quanto raccontava a “Omnibus” l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. «Abbiamo delle code che stiamo gestendo – ha proseguito– stiamo richiamando diverse migliaia di persone che sono andate in questa struttura. Abbiamo fatto oggi oltre 5 mila tamponi. Abbiamo una piccola zona rossa e l’abbiamo istituita in 6 ore. Attraverso un contatto immediato con il prefetto, dopo 6 ore c’era l’esercito a presidiare il San Raffaele».
Capire da dove nasce il contagio all’Irccs San Raffaele Pisana di Roma «è fondamentale per capire come si circoscrive il focolaio» di coronavirus Sars-CoV-2. «Noi lo facciamo ovviamente – ha proseguito D’Amato – non solo in questa occasione, ma in tutte quelle in cui c’è necessità di capire l’andamento virale e risalire a ritroso via via a colui o colei che hanno causato questo andamento dell’epidemia».
Cinque le zone rosse già istituite in Lazio: Fondi, Nerola, Contigliano, Compagnano e Celleno. «La tempestività – ha ribadito – è un elemento essenziale se vogliamo contrastare e limitare i danni. Questo è stato un po’ il modello che ci ha condotto: testare, tracciare e trattare. Ormai credo che sia questo l’indirizzo che deve essere seguito in tutte le regioni italiane».
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