Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità sottolinea: «Puntiamo a prevenzione e diagnosi altrimenti curare bene tutti gli italiani sarà una sfida difficile da sostenere»
«Servono scelte importanti perché la sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale è molto a rischio per l’invecchiamento della popolazione, per le tante malattie per cui soffrono gli italiani, per il costo delle terapie». Non usa mezzi termini il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi che, a margine del Congresso AIOP, ragiona sulle sfide che attendono il nuovo Ministro della Sanità. Sfide difficili, legate anche al difficile rapporto tra Stato e Regioni e sulla necessità di garantire un Ssn uniforme e di livello su tutto il territorio nazionale. «Altrimenti – sottolinea Ricciardi a Sanità Informazione – si rischia di creare cittadini di serie A, di serie B o addirittura di serie C».
Presidente Ricciardi, quali saranno le priorità che dovrà avere il prossimo Ministro della Salute?
«Quelle che sono le priorità per un grande Paese che è l’ultimo grande paese ad avere un servizio sanitario nazionale pubblico. Sono sicuro perché tutte le forze politiche presenti in Parlamento sono delle sostenitrici del Sistema sanitario nazionale, quindi pubblico, gratuito per i cittadini perché finanziato con le tasse. Certo, per mantenerlo bisognerà fare una serie di scelte importanti perché la sostenibilità del nostro sistema è molto a rischio per l’invecchiamento della popolazione, per le tante malattie per cui soffrono gli italiani, per il costo delle terapie, per tutto questo bisognerà organizzarsi bene. Bisognerà avere un buon rapporto tra Stato e Regioni perché nella nostra Costituzione sono le Regioni le protagoniste dell’organizzazione e gestione. Quindi c’è da augurarsi che il prossimo ministro, sperando che sia una persona che conosca già il mondo della Sanità, comprenda abbastanza rapidamente che il nostro Paese merita particolare attenzione».
Qual è secondo lei la sfida più importante che attende la sanità del nostro Paese per il futuro?
«È garantire ai nostri cittadini l’accesso ai servizi, sia i servizi di prevenzione, di diagnosi, di cura e di riabilitazione perché, se non ci si organizza tempestivamente, per curarsi sarà una vera sfida e questo soprattutto in alcune parti del Paese che già oggi soffrono molto perché sono Regioni cosiddette in piano di rientro che sono state commissariate, cioè hanno risolto i loro problemi finanziari perché di fatto oggi più o meno tutte le Regioni sono in equilibrio di bilancio ma non hanno assolutamente risolto i problemi organizzativi e gestionali. Sono soprattutto regioni del sud. Si tratterà veramente di lavorare insieme per cercare di far sì che il nostro Paese non abbia cittadini di serie A, di serie B o addirittura di serie C cosa che purtroppo in certi settori succede».