Butti (AD EG STADA): “Lo STADA Health Report 2024 aiuta a identificare alcune delle principali tendenze dei pensieri e delle preoccupazioni dei cittadini europei in tema di salute sui quali riflettere seriamente”
Prendersi cura di sé praticando un’attività fisica regolare, seguendo un’alimentazione sana e sostenendo il proprio benessere mentale: sono queste le principali azioni che i cittadini europei mettono in pratica per compensare le carenze dei sistemi sanitari nazionali dei Paesi in cui vivono. La soddisfazione tra i cittadini di tutta Europa, infatti, con il 56% della popolazione convinta che i sistemi sanitari abbiano bisogno di un rinnovamento, ha toccato i minimi storici. “È il risultato dello STADA Health Report 2024 che, giunto quest’anno alla sua decima edizione, – spiega Salvatore Butti, GM STADA Italia -. non vuole essere un’analisi fine a se stessa, ma un punto di partenza, una fonte di informazioni e dati, sui quali tutti gli stakeholder del mondo Salute possono riflettere e provare a rispondere nell’interesse dei cittadini”.
Con 23 Paesi coinvolti e 2mila persone intervistate in ogni singolo Paese, lo STADA Health Report 2024 rappresenta la più grande survey mai realizzata in ambito sanitario. “Con questa decima edizione i cittadini europei, ancora una volta, si sono pronunciati: la soddisfazione per l’assistenza sanitaria è peggiorata per il quarto anno consecutivo, una tendenza allarmante che noi, insieme ai responsabili politici, alle autorità regolatorie, ai medici e ai farmacisti, dobbiamo capire, affrontare e invertire – commenta Peter Goldschmidt, CEO di STADA -. Allo stesso tempo, è, però, incoraggiante vedere persone di ogni genere, background e fasce d’età che si adoperano per prendersi cura della loro salute, sia fisica, che mentale”. Il peggioramento percepito, infatti, riguarda anche la salute mentale: nonostante il 67% degli europei si ritenga generalmente felice, il principale nemico del benessere psicologico è la solitudine, percepita da oltre la metà degli intervistati (il 52%), soprattutto tra i più giovani.
Se nel 2020 erano soddisfatte della sanità pubblica più di sette persone su 10 (il 74%), a distanza di quattro anni, questo valore è calato, toccando quota 56 punti. Tra le principali criticità emerse la difficoltà di accesso alle visite mediche, lo standard non adeguato dei servizi sanitari offerti, la carenza di personale e una generale sfiducia nei confronti dei responsabili politici del settore sanitario. Per la prima volta, il Report ha coinvolto anche i cittadini ungheresi che, con una quota del 72%, risultano essere i più insoddisfatti d’Europa del loro sistema sanitario. In testa alla classifica dei cittadini insoddisfatti c’è anche il Kazakistan, con 67 punti percentuali, seguito dalla Serbia, dove il 65% dei cittadini vorrebbe una sanità migliore. La percezione dell’inadeguatezza dei sistemi sanitari è decisamente peggiorata, nel giro di soli 12 mesi, nel Regno Unito, in Kazakistan e in Germania. Dall’analisi del 2024, rispetto al 2023, nel Regno Unito è stato stimato un calo di 11 punti percentuali, in Kazakistan -10 e in Germania -8.
Ma se i cittadini europei hanno le idee molto chiare su ciò che non va nel sistema sanitario del loro Paese, sanno con altrettanta chiarezza quali soluzioni dovrebbero essere messe in pratica. Per quasi la metà degli europei, precisamente il 48%, i responsabili delle politiche sanitarie dovrebbero possedere un background correlato alla salute e una percentuale simile (il 47%) è convinto che un aumento dei salari di medici e professionisti sanitari possa spingere un numero crescente di persone ad intraprendere una carriera nel settore sanitario, alleviando, così, parte della pressione attualmente avvertita nel Sistema a causa di un’evidente carenza di personale.
Se la fiducia nel Sistema vacilla, lo stesso non si può dire del capitale umano di professionisti che vi lavorano. Quasi sette europei su 10 (il 69%) si fida ‘ampiamente’ o ‘completamente’ della medicina convenzionale, con un aumento di sette punti percentuali in due anni. Un incremento dovuto proprio alla relazione che i cittadini hanno con il proprio medico di fiducia, ma anche con il farmacista, figure preziose per il 48% degli europei. Percentuale che sale a 56 punti in Belgio e Irlanda, a 55 in Germania e Paesi Bassi, a 53 in Danimarca e Regno Unito.
E se il Sistema si prende cura sempre meno dei suoi cittadini, gli individui mostrano, di contro, una crescente attenzione individuale: l’89% fa almeno una cosa per migliorare il proprio benessere generale. In Finlandia, Spagna e Italia la popolazione è particolarmente propensa all’attività fisica: in questi Paesi, rispettivamente il 66, 62 e 60% della popolazione fa movimento, rispetto ad una media europea di 50 punti percentuali. Inoltre, un terzo si sottopone a controlli sanitari preventivi (33%) o assume integratori alimentari (32%). Anche le relazioni sociali sono annoverate tra le attività che promuovono salute: il 31% degli europei considera il tempo trascorso con i propri cari un investimento per il proprio benessere generale.
La felicità non è un lusso: è “abbastanza” o “molto felice” la maggior parte della popolazione europea, ovvero il 67%. “Ma non dimentichiamo che questo dato positivo ne nasconde un altro assolutamente negativo: il 33% dei cittadini non gode di una buona salute mentale e, pertanto, necessità di un’assistenza adeguata”, sottolinea il dottor Butti. Leggermente in calo coloro che hanno un’auto-percezione positiva della propria salute mentale, passando dal 67% del 2023 al 65 attuale. Ma attenzione alla solitudine, percepita da oltre la metà degli intervistati (il 52 %). Questo sentimento è ancor più diffuso tra i giovani: si sente solo il 63% dei cittadini europei tra 18 e 34 anni. Anche in questo caso, alle lamentale fanno seguito le proposte: le giovani generazioni citano il lavoro come principale fattore di solitudine e, di conseguenza, chiedono un migliore equilibrio tra professione e vita privata per porre rimedio alla situazione.
Il prossimo appuntamento con lo STADA Health Report 2024 vedrà protagonista l’Italia, con un focus dedicato esclusivamente ai suoi cittadini: “Lo scorso anno il dato più preoccupante ha riguardato la prevenzione: non ne fa il 42% dei cittadini italiani. Tra i più giovani manca la percezione di quanto sia importante sottoporsi a visite ed esami in via preventiva. Nella fascia degli adulti dai 35 anni in su, invece, sono le difficoltà di accesso al sistema pubblico e, parallelamente l’impossibilità di pagarsi le visite di tasca propria, i principali ostacoli. Quali sono le criticità evidenziate quest’anno dagli italiani – conclude Butti – lo scopriremo a settembre, in occasione della presentazione dello STADA Health Report 2024 Italia”.
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