Tre laboratori ad alta tecnologia per simulare pratiche mediche in situazioni di crisi o emergenza e la Biblioteca automatizzata di Architettura. Questi gli interventi di potenziamento della didattica realizzati alla Sapienza grazie al sostegno della Fondazione Roma
Simulation training, ambienti virtuali e servizi automatizzati. Il Rettore Eugenio Gaudio, nella bellissima Sala del Senato Accademico, ha presentato gli Skill Labs di area medica e i progetti realizzati alla Sapienza con il contributo della Fondazione Roma. L’istituzione, per espressa volontà del suo Presidente – il Professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele – ha stanziato 5.900.000 euro a conclusione del programma triennale di attuazione degli interventi.
Il senso dei progetti è superare la modalità di insegnamento classico e didascalico, favorire la partecipazione attiva degli studenti al processo di apprendimento e migliorare la qualità della didattica: «Parliamo di un cambiamento epocale nei paradigmi della formazione del medico, che ci porteremo avanti nelle prossime generazioni – ha commentato il Magnifico Rettore -. La Sapienza, la più grande università italiana ed europea non può rimanere indietro: deve reggere anche quella che è una sfida formativa che ormai proviene da tutto il mondo» ha aggiunto.
Le nuove strutture predisposte sono Skill labs dotati di apparecchiature sofisticate in cui si realizzano simulazioni su “pazienti virtuali” che possono essere collegati a monitor identici a quelli utilizzati in strutture di area critica. Questo consente di valutare l’adeguatezza degli interventi effettuati da studenti o team di studenti (specializzandi, medici, infermieri). Una strumentazione all’avanguardia che promette di potenziare l’apprendimento e rafforzare la capacità di lavoro di squadra nei giovani orientati a diverse specializzazioni cliniche.
Gli strumenti di simulazione altamente tecnologici (simulation and training) sono ormai diventati un punto fermo della formazione medica: la Sapienza si dota così di strutture che consentono di apprendere la base dell’attività clinica in condizioni di assoluta sicurezza ed eticità, prima di passare alla fase diretta sul paziente. Infatti, nei laboratori si lavorerà nel campo degli interventi in urgenza e in condizioni di crisi, simulando alterazioni cardiocircolatorie, respiratorie e renali o anche per valutare gli effetti di particolari interazioni farmacologiche e simulazioni di chirurgia laparoscopica. Fiore all’occhiello la tavola anatomica digitale, unica in Italia: è uno schermo 3d interattivo da 65 pollici che riproduce gli organi interni condividendo le cartelle cliniche di tutto il mondo in cloud.
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Il Rettore e il Presidente della Fondazione Roma hanno visitato insieme i laboratori del Policlinico Umberto I: «Sono da sempre convinto – ha spiegato il Presidente – della rilevanza strategica di una formazione universitaria di qualità per un Paese che vuole restare competitivo e moderno -. Da questa convinzione, ho fatto scaturire l’impegno della Fondazione Roma a sostenere le realtà accademiche di eccellenza nella realizzazione di interventi concreti che realizzano opportunamente questi obiettivi». La Fondazione Roma, infatti, è da sempre molto attiva nel settore della sanità, sia con iniziative proprie che con la promozione di attività ritenute in linea con i suoi obiettivi e i suoi standard qualitativi.
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«Il mondo si evolve con quotidianità stellare e bisogna adeguarsi al mondo che cambia sinergizzandosi con la nostra attività filantropica e di sostegno alla società civile con quelle realtà, come La Sapienza, che hanno questa sensibilità e capacità di realizzare iniziative come quelle prospettate – ha specificato il Presidente ai microfoni di Sanità Informazione -. Mi sento parte di questa università che mi è rimasta nel cuore: siamo sempre presenti, per mia vocazione, nel campo della salute, nel campo della ricerca scientifica collegata alla salute, dell’istruzione e della cultura. Tutti questi mondi oggi hanno una spinta assolutamente imprevista rispetto al passato che sta facendo sì che l’evoluzione tecnologica prevalga costantemente nella ricerca di un’ottimizzazione di questi risultati. È importante investire nella formazione universitaria – ha concluso – perché i giovani sono il nostro futuro e devono essere competitivi: ciò scaturisce da modelli formativi analoghi a quelli degli altri paesi. I nostri giovani devono stare al passo e competere con il mondo orientale, che sta esplodendo in un modo spaventoso».