La scarlattina inizia con la comparsa improvvisa di febbre alta, spesso accompagnata da brividi, nausea, vomito e mal di testa. Dopo poche ore, compare l’esantema: inizialmente nella zona dell’inguine e delle ascelle, poi si diffonde rapidamente al tronco, alle braccia e alle gambe
I pediatri hanno segnalato un aumento dei casi di scarlattina in tutta Italia. Ma per un genitore può essere difficile riuscire a distinguere questa infezione dalle molte altre che solitamente si diffondono in questo periodo. Pur tenendo bene a mente che nel dubbio è sempre meglio rivolgersi a un medico, che può confermare il sospetto con un apposito test, questa malattia esantematica si manifesta con chiari sintomi. La scarlattina, infatti, inizia con la comparsa improvvisa di febbre alta, spesso accompagnata da brividi, nausea, vomito e mal di testa. Dopo poche ore, compare l’esantema: inizialmente nella zona dell’inguine e delle ascelle, poi si diffonde rapidamente al tronco, alle braccia e alle gambe.
«Al volto, l’arrossamento delle guance contrasta con il relativo pallore del naso e della zona intorno alla bocca», spiegano gli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. «Faringe e tonsille sono spesso fortemente arrossate. Le linfoghiandole del collo – continuano – di solito sono tumefatte e dolenti. Dopo 24-48 ore la lingua assume l’aspetto della «lingua a lampone»: fortemente arrossata con papille gonfie». L’esantema da scarlattina è caratterizzato dalla comparsa di minuscole macchioline lievemente rilevate, di un colorito rosso acceso, che tendono a confluire tra loro conferendo alla pelle un colorito uniformemente arrossato. L’esantema dura 3-4 giorni, poi impallidisce, la febbre scompare e subentra una desquamazione della pelle a lamelle, soprattutto ai palmi delle mani e dei piedi, che dura 10-20 giorni.
La scarlattina è una malattia esantematica contagiosa, causata dallo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA), un batterio che produce una tossina detta tossina pirogenica. La tossina pirogenica, passa in circolo causando l’esantema e gli altri sintomi della malattia. La scarlattina si trasmette per via aerea con le goccioline di saliva, tramite ad esempio tosse e starnuti ecc., da un bambino malato o portatore (presenza senza sintomi) del germe che è di regola a carico della faringe, molto più raramente della cute. Colpisce i bambini dopo il secondo anno di vita. Non compare mai prima del sesto mese di vita ed è molto rara fino ai due anni. È più frequente nei mesi invernali. L’incubazione è breve e varia dai 2 ai 5 giorni.
La diagnosi della scarlattina è essenzialmente clinica. I pediatri possono eseguire un test rapido direttamente nello studio o si può ricorrere a un tampone colturale. «Altri batteri come stafilococchi e Yersinia enterocolitica, alcuni antibiotici e un gran numero di infezioni virali (mononucleosi, infezioni da Adenovirus, Enterovirus e Cytomegalovirus) possono dare talvolta manifestazioni cliniche simili a quelle della scarlattina», spiegano gli esperti.
La cura della scarlattina, essenziale anche per prevenire le possibili complicanze gravi, va seguita per 10 giorni e consiste nella somministrazione di amoxicillina per bocca oppure di una singola iniezione di benzatin-penicillina. «Il bambino può tornare a scuola anche dopo 24 ore dall’inizio del trattamento antibiotico, perché il batterio è molto sensibile agli antibiotici e muore subito», spiegano gli specialisti. Se non adeguatamente curata, la scarlattina può danneggiare cuore, reni, fegato e articolazioni. Come nelle più comuni infezioni da streptococco, si possono manifestare complicanze immunologiche tardive come la malattia reumatica e la glomerulonefrite acuta post-infettiva. Lo streptococco può anche causare ascessi tonsillari, otiti e sinusiti.
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