Omicron prevalente oltre il 95% in tutto il Paese. Quattro le Regioni classificate a rischio alto, mentre nove a rischio moderato. Rasi: «Sta finendo effetto Delta»
Anche l’Italia è ormai dominata dalla variante Omicron. I dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità con la Fondazione Bruno Kessler mostrano come lo scorso 17 gennaio, la variante scoperta in Sudafrica fosse prevalente al 95,8%, con una variabilità regionale tra l’83,3% e il 100%. La Delta era invece al 4,2%, ormai totalmente soppiantata.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome «di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni e province autonome in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse – precisa la nota dell’Iss -. In totale, hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni e province autonome e complessivamente 124 laboratori regionali e il Laboratorio di sanità militare e sono stati sequenziati 2.486 campioni».
«Mi pare chiaro che l’effetto di Delta finirà a giorni vista la netta predominanza di Omicron. Mi auguro che questo dato possa coincidere con un declino della curva, anche se l’alta contagiosità di questa variante porta ad avere tanti contagi ma una minore aggressività», ha detto all’Adnkronos Salute Guido Rasi, consulente del commissario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, e direttore scientifico di Consulcesi.
Nel paese si abbassa per la prima volta l’incidenza settimanale a livello nazionale. Da 2011 ogni 100 mila abitanti, scende a 1823 secondo i dati di flusso del Ministero della Salute. Nel periodo che va dal 5 gennaio 2022 al 18 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,86 – 1,18), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sotto della soglia epidemica. Lo stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=0,96 (0,94-0,99) al 18/01/2022 vs Rt=1,01 (0,99-1,02) all’11/01/2022. Nonostante alcuni valori possano essere sottostimati a causa dei ritardi nella comunicazione dei dati da parte delle Regioni.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 16,7%, inferiore di quasi un punto percentuale rispetto alla settimana precedente. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è al 30,4%. Quattro Regioni/PPAA sono classificate a rischio Alto, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati. Nove Regioni/PPAA risultano classificate a rischio Moderato e otto a rischio Basso.
Rimane stabile il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (652.401 vs 658.168 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (18% vs 15% la scorsa settimana). È in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38% vs 41%) mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (45% vs 44%).
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