In occasione della Giornata mondiale di promozione della salute orale, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato che c’è una quota di popolazione italiana che rinuncia alle cure dentistiche per motivi economici. «La salute orale è un tema dell’agenda di Governo e necessita di un programma di odontoiatria sociale»
«In Italia il 36,1% dei bambini – oltre 1 milione e 800mila – è portatore di carie non trattata dei denti decidui; percentuale solo leggermente inferiore (29,6%) negli adulti (16 milioni e 900mila con carie non trattate). Per non parlare dell’edentulismo totale o parziale: 6 milioni e 300mila adulti sopra i 20 anni di età non hanno denti o gliene restano almeno 8 su 32». Questi sono alcuni dei dati riferiti dal ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento alla presentazione della Giornata mondiale di promozione della salute orale, promossa a Roma dall’Aio, l’Associazione italiana odontoiatri. In occasione dell’evento il ministro ha inoltre dichiarato che il Governo sta vagliando la possibilità di prevedere la figura dell’odontoiatra sociale.
«C’è una quota di popolazione italiana che rinuncia alle cure dentistiche per motivi economici», sottolinea Schillaci. «E’ importante, tenere alta l’attenzione perché, al di là della elevatissima prevalenza, le patologie orali hanno impatti rilevanti sulla qualità della vita delle persone e sulla salute generale nonché un notevole impatto sociale», aggiunge. «La salute orale è un tema dell’agenda di Governo e necessita di un programma di odontoiatria sociale – continua Schillaci – che preveda sia campagne di prevenzione che campagne terapeutiche (ad esempio, il ripristino degli elementi dentali con protesi), con l’obiettivo di garantire e consentire l’accesso alle cure odontoiatriche in particolare alle fasce deboli della popolazione come i bambini e, dato il progressivo invecchiamento popolazione, gli anziani».
Per il ministro ci troviamo di fronte ad una sfida importante. «Una prima proposta di revisione delle attuali prestazioni Lea in tema di salute orale, che stiamo valutando, è stata portata alla mia attenzione – dice – dal Consiglio superiore di sanità dove è stato istituito un Gruppo di lavoro, coordinato dal professor Gherlone, che vede coinvolte tutte le principali componenti dell’odontoiatria italiana». Schillaci, in particolare, pensa anche a «iniziative di tipo sociale incentrate sulla sinergia tra strutture pubbliche, università ed industria, unitamente all’applicazione delle nuove tecnologie digitali che consentirebbero abbattere diversi i costi, per mettere in condizione le strutture coinvolte di proporre prestazioni odontoiatriche a prezzi calmierati, accessibili a gran parte della popolazione oppure, in alcune particolari situazioni, essere inserite in programmi pilota con costi ulteriormente ridotti».
Ma per il ministro della Salute è fondamentale agire prima. «La prevenzione rappresenta la prima concreta forma di salute orale nell’odontoiatria sociale», sottolinea. «La maggior parte dei problemi di salute orale, infatti, è legata, come per le altre malattie croniche non trasmissibili, a una serie di fattori di rischio modificabili – continua – tra cui il consumo di zucchero, l’uso di tabacco, l’uso di alcol e la scarsa igiene orale. Pensiamo che in Italia si consumano giornalmente circa 87,5 grammi di zucchero pro-capite, quando l’Oms ne consiglia un consumo giornaliero al massimo di 36 grammi». E continua: «L’applicazione costante di semplici ed economiche misure di prevenzione personale, unita a controlli regolari, potrebbe evitare, o almeno ridurre o procrastinare, la necessità di cure più complesse, talora non pienamente risolutive, e con costi largamente più elevati (circa 19 miliardi di spesa annua, dei quali oltre il 95% direttamente a carico dei cittadini)».
«Segnalo, inoltre – aggiunge – una aumentata diffusione, legata anche al progressivo invecchiamento della popolazione, non solo delle patologie orali invalidanti, come la carie e le malattie paradontali, ma anche di quelle potenzialmente letali come le patologie tumorali la cui prognosi è strettamente collegata ad una diagnosi precoce e alla messa in atto di appropriati interventi terapeutici, e, ove necessario, delle opportune misure di prevenzione terziaria e di riabilitazione. Basti pensare che il tumore del cavo orale colpisce ogni anno nel mondo 500mila persone provocando oltre 180mila decessi annui». Infine, il ministro della Salute sottolinea l’importanza del settore dentale. «E’ un comparto strategico per la salute della popolazione, che solo in Italia vale circa 15 miliardi di euro tra prestazioni, manufatti protesici, dispositivi medici su misura, apparecchiature e materiali e servizi», sottolinea Schillaci. «E’ un comparto che dà lavoro ad oltre 180mila addetti (dentisti, igienisti e personale ausiliario, odontotecnici e dipendenti dell’industria e della distribuzione di prodotti e tecnologie)».
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