Salute 16 Aprile 2024 17:15

Schizofrenia: studio rivela perché i sintomi cognitivi sono diversi tra uomini e donne

I sintomi cognitivi della schizofrenia possono variare tra uomini e donne. Questo perché l ‘interazione tra due geni (Dtnbp1 e Comt) implicati nel controllo delle funzioni cognitive e coinvolti nei processi fisiopatologici della schizofrenia dipende dal sesso del paziente. A scoprirlo è uno studio nato dalla collaborazione fra le Università di Catania, Bari e Padova pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry

di V.A.
Schizofrenia: studio rivela perché i sintomi cognitivi sono diversi tra uomini e donne

I sintomi cognitivi della schizofrenia possono variare tra uomini e donne. Questo perché l ‘interazione tra due geni (Dtnbp1 e Comt) implicati nel controllo delle funzioni cognitive e coinvolti nei processi fisiopatologici della schizofrenia dipende dal sesso del paziente. A scoprirlo è uno studio nato dalla collaborazione fra le Università di Catania, Bari e Padova pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry. Il risultato suggerisce la possibilità di terapie personalizzate per i sintomi cognitivi della schizofrenia differenti per maschi e femmine in base al proprio profilo genetico.

I sintomi della schizofrenia causano disabilità lavorativa e funzionale

I sintomi sono presenti in più dell’80% dei pazienti e rappresentano uno dei principali problemi nella vita quotidiana del paziente con schizofrenia, causando una disabilità lavorativa e funzionale. I sintomi cognitivi persistono anche durante la remissione della malattia e rispondono poco o nulla agli attuali trattamenti farmacologici. I ricercatori hanno evidenziato che l’interazione tra i geni DTNBP1 e COMT dipende dal sesso del paziente. “Comprendere come le differenze tra maschi e femmine possano intervenire nell’interazione tra componente genetica e sintomi cognitivi della schizofrenia – dichiara
Gian Marco Leggio,  professore associato di Farmacologia all’Università di Catania – è il primo passo per sviluppare terapie mirate e differenti per uomini e donne”.

I meccanismo molecolari che modulano la funzione cognitiva nei pazienti con schizofrenia

Il team ha riprodotto condizioni genetiche simili a quelle presenti nei pazienti con schizofrenia in un modello animale geneticamente modificato, riuscendo così a ricostruire e descrivere i meccanismi molecolari e funzionali attraverso cui i due geni DTNBP1 e COMT interagiscono tra loro modulando le funzioni cognitive nei maschi e nelle femmine. “L’approccio traslazionale del nostro studio – prosegue Fabio Sambataro, professore associato di Psichiatria dell’Università di Padova. – ha permesso di comprendere dei meccanismi molecolari complessi che molto difficilmente si riescono ad evidenziare utilizzando un approccio prevalentemente clinico”. Grazie all’uso di un database di cervelli postmortem del Lieber Institute for Brain Development nel campus Johns Hopkins (USA), lo studio ha dimostrato che l’espressione del gene DTNBP1 varia in base al sesso e all’età del paziente, il che si traduce nella modifica della funzione della proteina corrispondente.

In futuro terapie precise e personalizzate

In ultimo, il team ha studiato, tramite risonanza magnetica funzionale negli esseri umani, come la funzionalità della corteccia prefrontale dorso laterale, responsabile delle funzioni cognitive alterate in schizofrenia, possa essere modulata da DTNBP1 e COMT in modo diverso nei maschi e nelle femmine. “Gli studi più recenti suggeriscono che la predisposizione genetica alla schizofrenia passa
attraverso fenomeni molecolari diversi in diversi sottotipi di pazienti”, dice Giulio Pergola, professore associato di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica presso l’Università di Bari. “Chiarire tali fenomeni
permetterà in futuro lo sviluppo di terapie sempre più precise e personalizzate per ciascun paziente”, conclude.

 

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