Finalmente è stato risolto il mistero del focolaio di polmonite in Argentina. Si tratta di un focolaio di legionella legato ad un’unica struttura sanitaria
Inizialmente si è temuta una nuova malattia, una nuova emergenza simile a quella Covid. Ma ieri la Pan American Health Organization (PAHO) ha sciolto ogni dubbio: il misterioso focolaio di polmonite in Argentina è stato causato dal batterio della legionella. Al 3 settembre, riporta un aggiornamento appena pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono stati confermati in totale 11 casi, tutti associati a una clinica situata nella città San Miguel de Tucumán. Mentre i decessi registrati sono quattro.
Tutti i casi si sono presentati con polmonite bilaterale, febbre, mialgia, dolore addominale e dispnea tra il 18 e il 25 agosto 2022 e sono stati epidemiologicamente collegati alla stessa struttura sanitaria. Degli 11 casi, otto riguardano operatori sanitari della struttura, mentre tre sono pazienti. Tre dei quattro decessi sono stati registrati tra gli operatori sanitari. L’età media dei casi è di 45 anni e sette sono uomini. «Dieci casi – spiega l’Oms – presentavano condizioni di base e/o fattori di rischio per malattie gravi, inclusi i quattro decessi segnalati. Quattro casi risultano ancora ricoverati in ospedale al 3 settembre. I contatti dei casi sono in fase di follow-up e, ad oggi, nessuno ha sviluppato sintomi».
Sabato scorso la PAHO ha detto di esser stata informata dal ministero della Salute argentino che la causa di questo focolaio è la legionella e che ora le autorità stanno indagando sulla possibile fonte. Il ministero sta «raccogliendo campioni ambientali, conducendo valutazioni del rischio e attuando azioni nella clinica sanitaria relative all’epidemia» , afferma l’aggiornamento. «PAHO sta fornendo supporto alle autorità sanitarie argentine dal suo quartier generale e dall’ufficio nazionale della PAHO in Argentina per indagare e caratterizzare l’epidemia» .
La malattia dei legionari è un grave tipo di polmonite. Le persone possono ammalarsi quando respirano piccole goccioline d’acqua contenenti i batteri, che causano un’infezione ai polmoni. La malattia può essere trattata con antibiotici. «I batteri possono essere presenti nei soffioni e nei rubinetti delle docce, nelle vasche idromassaggio, nelle torri di raffreddamento, nei serbatoi dell’acqua calda, nelle fontane decorative o negli impianti idraulici di grandi edifici», spiega l’OMS . La malattia dei legionari, nella forma polmonare, ha un periodo di incubazione da 2 a 10 giorni (ma in alcuni focolai sono stati registrati tempi di incubazione fino a 16 giorni).
Inizialmente, i sintomi sono febbre, tosse lieve, perdita di appetito, mal di testa, malessere e letargia, con alcuni pazienti che manifestano anche dolori muscolari, diarrea e confusione. La gravità della malattia dei legionari varia da una lieve tosse a una polmonite rapidamente fatale. La malattia non trattata di solito peggiora durante la prima settimana. La mortalità dipende dalla gravità della malattia, dall’uso del trattamento antibiotico, dall’ambiente in cui ci si è ammalati e dal fatto che il paziente presenti condizioni di base, inclusa immunosoppressione. Il tasso di mortalità può raggiungere il 40-80% nei pazienti immunosoppressi non trattati e può essere ridotto al 5-30% attraverso un’appropriata gestione del caso, a seconda della gravità dei segni e dei sintomi clinici. Complessivamente, il tasso di mortalità è generalmente compreso tra il 5 e il 10%.
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