Uno studio dell’Università di Verona e dell’Istituto oncologico veneto ha scoperto che la proteina Claudina 18 è un biomarcatore per l’individuazione precoce del cancro al pancreas e di adenocarcinoma polmonare
Individuato un biomarcatore per l’individuazione precoce del cancro al pancreas e di adenocarcinoma polmonare. Si tratta della proteina Claudina 18 (Cldn18) già nota a medici e studiosi per il suo ruolo nei tumori gastrici. I risultati emersi nell’ambito di un recente studio sono stati pubblicati sulla rivista Immunity. Il gruppo che ha effettuato lo studio è composto da ricercatrici e ricercatori dell’Immunologia dell’università di Verona e dell’Istituto oncologico veneto (Iov) guidato dal direttore scientifico Vincenzo Bronte.
Il gruppo di ricerca ha integrato analisi molecolari con cellule in coltura e studi preclinici con animali di laboratorio con tumore del pancreas, oltre ad analisi su campioni di tessuti di pazienti affetti da questo tipo di cancro. È stato così identificato e validato il ruolo della proteina Cldn18 nel regolare la risposta immune anti-tumorale in questo tipo di cancro. Più precisamente i ricercatori hanno dimostrato che l’espressione di Cldn18 nelle cellule tumorali è associata alla presenza dei linfociti T nelle lesioni precoci di tumore al pancreas e nell’adenocarcinoma polmonare. I risultati dimostrano inoltre che la proteina può essere un biomarcatore di prognosi più favorevole per questi tipi di tumore. L’espressione di Cldn18 insieme alla presenza di linfociti T infiltranti il tumore può infine permettere di individuare e raggruppare i pazienti per cui è prevista una più lunga sopravvivenza.
“La Claudina 18 – spiegano Francesco De Sanctis e Silvia Dusi, primi autori dell’articolo – è attivamente studiata quale bersaglio per trattamenti di immunoterapia con anticorpi specifici, mirati alla proteina stessa, nei pazienti con adenocarcinoma gastrico. I nostri studi indicano che la Cldn 18 svolge un ruolo inedito nella regolazione della risposta immune antitumorale anche in altri tipi di tumori, aprendo la strada a nuovi approcci di immunoterapia”. Dichiara Vincenzo Bronte, direttore scientifico dello Iov: “Nello specifico Cldn18 è il precursore di una nuova classe di proteine coinvolte nell’infiltrazione di linfociti T nei tumori. È importante sia per approcci terapeutici, sia per la stratificazione dei pazienti, vale a dire il raggruppamento delle diverse forme di malattia in sottogruppi in cui i processi patologici specifici coinvolti sono meglio definiti”.
“Da un punto di vista clinico, questi risultati indicano che Cldn18 può essere un biomarcatore prognostico di maggiore sopravvivenza e suggeriscono che la sua espressione regolata potrebbe favorire l’infiltrazione di cellule T e favorire l’efficacia dell’immunoterapia nei tumori solidi”, evidenzia Bronte. La ricerca è stata sostenuta dal Cancer research institute, Fondazione Airc, ministero della Salute e da fondi Prin e Pnrr.
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