Al meeting di Rimini presente anche Domenico Arcuri: «Virus tornerà, non è mai andato via. Lo farà solo con miliardi di vaccini»
«Una grande risposta all’emergenza coronavirus si è avuta per tutto quello che ha riguardato l’approntamento di letti nelle terapie intensive per poter gestire al meglio le necessità che i cittadini che si sono ammalati di Covid-19 avevano. Quando è iniziata l’epidemia il Paese aveva poco più di 5 mila posti letto nelle terapie intensive e si è arrivati ad averne 9 mila e più». Le parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css), in un videomessaggio all’evento “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla. Dialogo sulla ripartenza”, al Meeting di Rimini. «Per dare l’idea di quanto questa resilienza del sistema sanitario è stata cruciale, ricordiamoci che il 3 aprile più di 4 mila concittadini erano ricoverati nelle terapie intensive. Quindi senza questa rimodulazione non si sarebbe potuta dare una risposta efficace».
Tra gli argomenti più discussi con l’avvicinarsi dell’autunno, anche la possibilità di una seconda ondata. Agli esperti presenti, molti in videoconferenza, si è richiesta una certezza per ora, secondo Locatelli, impossibile. «Per onestà intellettuale non posso che dire – ha chiarito – che non sappiamo se ci sarà una seconda ondata, ma quello che certamente sappiamo è che non sarà mai della stessa portata di quella che abbiamo dovuto affrontare alla fine di febbraio, a marzo e anche per buona parte di aprile».
La ragione sarebbe da individuarsi nelle nuove capacità acquisite dai nostri controlli. «Oggi siamo in grado di garantire alcune delle strategie cruciali per individuare prontamente i focolai epidemici e per circoscriverli – ha sottolineato Locatelli -. Abbiamo un sistema che è in grado di produrre tutta una serie di dispositivi di protezione individuale importanti per prevenire la diffusione del contagio. È un Paese che in queste settimane ha strutturato i letti in terapia intensiva affinché siano disponibili».
«Questa drammatica vicenda Covid-19 – ha concluso il presidente del Css – ci deve anche insegnare a evitare in futuro di disinvestire sulla sanità. Perché per tanti anni purtroppo non si è avuta l’attenzione di fare investimenti adeguati in sanità. La storia della pandemia ci ha invece insegnato quanto questo aspetto sia cruciale per la salute dei cittadini».
Al meeting riminense è intervenuto anche Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza, con una richiesta: «Conserviamo la libertà che abbiamo ritrovato accompagnandola a un forte senso di responsabilità». «Il virus ritornerà in autunno – non ha lasciato dubbi – ma non è mai andato via. Non ci ha mai lasciato e finirà quando nel mondo saranno disponibili miliardi di vaccini. Non solo perché qualcuno li produce, ma perché miliardi di cittadini del mondo possano vederli somministrati e se possibile a un prezzo pari a zero o molto basso».
Della riapertura delle scuole ha parlato come del primo «vero ritorno collettivo alla normalità», definendolo necessario più che mai. «L’obiettivo – ha proseguito – è che il 14 settembre le scuole riaprano con il massimo livello di sicurezza possibile: sarebbe un risultato importante e sono convinto che tutto sommato riusciremo a conseguirlo».
«Cerchiamo di lavorare come comunità tutti – ha concluso Arcuri -. L’obiettivo è troppo importante per declinarlo in virtuali conflitti tra parti».