Scritto a quattro mani dal dottor Fabio Beatrice, Direttore del Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e dalla giornalista medico-scientifica Johann Rossi Mason, è stato presentato all’Istituto Superiore di Sanità in occasione del World No-Tobacco Day
Esistono tante categorie di fumatori: c’è chi fuma per calmare lo stress e chi è rassegnato, il fumatore che smette perché si sposa o per la nascita di un figlio e quello che proprio non riesce a liberarsi da questa dipendenza.
Per tutti, ad un certo punto della vita, nasce il desiderio di smettere. Ma come? La disassuefazione al fumo è una prova dura e difficile: molti libri hanno affrontato il tema della cessazione, attraverso le indicazioni di medici e psicologi, ma nessuno si era mai preoccupato di ascoltare i diretti interessati, che sono poi i pazienti. È quello che hanno fatto gli autori di “Senti chi fuma”: in questo libro, presentato all’Istituto Superiore di Sanità, sono i fumatori a parlare con le loro richieste, paure, difficoltà e bisogni.
«Per la prima volta, dopo una serie di manuali che, dall’alto, hanno proposto metodi per dire addio alle sigarette, noi abbiamo voluto ascoltare la loro voce – spiega Johann Rossi Mason, co-autore, a Sanità Informazione -. Abbiamo raccolto più di venti interviste: i nomi sono di fantasia, ma le storie tutte reali. Una panoramica estremamente eterogenea che corrisponde a quanti modelli di fumatori esistono: da quello più fragile a quello più forte, passando per chi ha provato a smettere da solo e ci è riuscito a quello che ha fallito, per arrivare a chi c’è ricaduto tante volte e non riesce mai a liberarsene».
E allora, come si fa a smettere di fumare? La buona volontà non basta: per ottenere buoni risultati è fondamentale essere seguiti e supportati da medici specialisti formati per proporre terapie individuali, tagliate su misura per il paziente. «Non esiste una ricetta unica, è necessario un approccio personalizzato per ciascun fumatore» specifica Johann Rossi Mason. Su questo concorda anche l’autore del libro, il dottor Fabio Beatrice, Direttore del Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino: «L’esperto, anziché dare regole e ordini, deve ascoltare il paziente cercando di individuare strategie per arrivare alla cessazione o almeno determinare un miglioramento della posizione di partenza. Tra questi, ci sono anche i prodotti a cosiddetto “rischio ridotto” per ridurre la tossicità, provocata in gran parte dalla combustione del monossido di carbonio» sottolinea il dottore.
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Un approccio di “riduzione del rischio”, dunque, che prevede anche il passaggio attraverso prodotti del tabacco meno nocivi – come ad esempio il cosiddetto fumo freddo – anche se smettere rimane l’obiettivo principale da perseguire: «Solo un 50% delle persone che si rivolgono ad un centro antifumo riesce a liberarsene; l’altro 50% non ce la fa, o riduce o sospende il tentativo. Per queste persone, la proposta di aiuto può essere calibrata avvalendoci dei nuovi prodotti presenti sul mercato: la ricevibilità e la riduzione del danno della sigaretta elettronica o del fumo freddo ne fanno degli strumenti “utili” non come medicinali ma come prodotti di consumo che ne sostituiscono altri. Non sono rimedi per la cessazione perché tendono a cronicizzare il consumo di nicotina: se li pensiamo come farmaci o presidi medicali non ne comprendiamo la sostanza e ci allontaniamo dalle richieste dei pazienti», specifica il dottor Beatrice.
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“Senti chi fuma” è un libro sulla salute, per tutti quelli che potranno farcela anche grazie alle preziose testimonianze raccolte dagli autori: «L’obiettivo è sensibilizzare le persone proponendo storie di successo per far capire che, oggi, esistono tanti strumenti, tutti egualmente accessibili, per vincere il tabagismo» ricorda Johann Rossi Mason. Una “spinta gentile” nella direzione della scelta che si desidera ottenere.