Sono circa 12mila l’anno i decessi causati in Italia dell’antibiotico resistenza in ospedale, un terzo di tutte le morti che si verificano tra i ricoverati. L’iniziativa del Ministero della Salute, promossa dall’OMS, si associa ai progetti già avviati da SIMIT con “Insieme”, “Resistimit” ed il Gruppo di Studio su AMS
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2050 l’antibiotico resistenza sarà la prima causa di morte a livello globale, provocando 10 milioni di decessi. Ad oggi, i morti causati nel nostro Paese dell’antibiotico resistenza in ospedale sono circa 12mila all’anno, un terzo di tutti i decessi che si verificano tra i ricoverati. Come rilevato dall’ultimo rapporto di sorveglianza dell’ECDC presentato dall’AIFA, nel biennio 2022-23 sono stati 430mila i ricoverati che hanno contratto una infezione durante la degenza, l’8,2% del totale dei pazienti, contro una media Ue del 6,5%. L’arrivo di nuovi antibiotici può sopperire parzialmente all’aumento della resistenza batterica, ma è prioritario far sì che l’Italia si doti di strategie a lungo termine che possano contenere il fenomeno.
Ed è per far fronte a questa emergenza globale che la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali ha deciso di aderire alla settimana mondiale per il consumo consapevole degli antibiotici e alla campagna lanciata dal Ministero della Salute. L’iniziativa, promossa dall’OMS, e che si svolge dal 18 al 24 novembre, ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del fenomeno della resistenza antimicrobica (AMR) e incentivare le migliori pratiche per ridurre l’emergenza e la diffusione di infezioni causate da agenti resistenti agli antimicrobici. Si tratta di un problema globale, tanto da essere stato uno dei punti fondamentali del recente G7 Salute, che in Italia è particolarmente preoccupante. Spesso, infatti, si fa un uso improprio degli antibiotici, utilizzandoli anche senza prescrizione medica per un semplice episodio di raffreddamento o mal di gola.
Da parte istituzionale c’è piena consapevolezza dell’entità del fenomeno. La campagna in favore di un uso consapevole degli antibiotici è stata presentata al Ministero della Salute dal Ministro Orazio Schillaci, insieme al Presidente AIFA Robert Giovanni Nisticò e al conduttore di Uno Mattina Massimiliano Ossini, protagonista dello spot che spiega i rischi connessi a un abuso degli antibiotici. Questo video-messaggio sarà trasmesso per tre settimane sulle reti RAI, ma anche su social, stampa e radio, per raggiungere un pubblico quanto più ampio possibile. Non c’è conoscenza sui rischi di assumere antibiotici per semplici mal di gola o patologie virali e non batteriche. L’obiettivo dichiarato dal ministro Schillaci è quello di tenere alta l’attenzione su un’emergenza di sanità pubblica e sul rischio che l’uso eccessivo di antibiotici renda i batteri più resistenti, con relativa difficoltà nel trattare le infezioni: uno sforzo in cui le società scientifiche e in particolare la rete infettivologica sono fondamentali.
La Simit, consapevole di questa situazione, ha già avviato da anni alcune iniziative volte ad acquisire consapevolezza, usare correttamente gli antibiotici, cambiare l’attuale assetto in maniera costante, uniformare l’applicazione delle norme sul territorio nazionale. In particolare, ha avviato i progetti “Insieme” e “Resistimit”, che mirano proprio, tra i vari obiettivi, a formare gli operatori sanitari, ad acquisire e gestire dati, a diffondere pratiche virtuose come il lavaggio delle mani e ad acquisire informazioni sulla presenza di ceppi multiresistenti e dei trattamenti impiegati in Italia.
“La Simit apprezza molto l’iniziativa del Ministero della Salute, utile per sensibilizzare tutta la popolazione nei confronti del problema dell’antibiotico resistenza – sottolinea Roberto Parrella, Presidente Simit –. L’antibiotico resistenza rappresenta una pandemia silente, che già oggi si stima sia responsabile di più di un milione di decessi in tutto il mondo con proiezioni drammatiche per il futuro. In Italia è particolarmente grave, con dati che ci rendono tra i Paesi europei con le peggiori performance e che ci dovrebbero indurre a un cambio di rotta. Proprio in questi giorni la Simit ha lanciato un Gruppo di Studio sulla Antimicrobial Stewardship a cui hanno aderito già quasi 200 infettivologi da ogni parte d’Italia. Tale iniziativa costituirà un laboratorio permanente per il confronto tra specialisti infettivologi e per il lancio di iniziative e progetti sul tema dell’antimicrobico resistenza e sulla gestione corretta degli antibiotici. È partito, inoltre, un Gruppo di lavoro sulla Rete Infettivologica Italiana per organizzare l’attività ed il supporto specialistico su tutto il territorio nazionale in maniera strutturata ed omogenea sia a livello ospedaliero che territoriale”.
“Il contrasto all’antibiotico resistenza richiede un intervento globale per il quale è indispensabile la partecipazione di tutta la popolazione, non solo dei clinici, affinché si giunga a un appropriato uso degli antibiotici, di cui spesso si abusa, sia a livello umano che veterinario – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico Simit –. Per questo occorrono programmi e strategie mirate che favoriscano un uso corretto degli antibiotici (Antimicrobial Stewardship) e un efficace piano di controllo e prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza, con un coinvolgimento collettivo: la diffusione di germi che hanno sviluppato antibiotico resistenza può essere prevenuta con atteggiamenti responsabili, come il lavaggio delle mani”, ha concluso il Prof. Massimo Andreoni.
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