Secondo Giovanni Sebastiani, matematico presso l’Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac) la diffusione dei contagi è in crescita accelerata. Salgono anche i ricoveri ordinari e in terapia intensiva. Impossibile prevedere il picco
«La circolazione dell’infezione sta aumentando in termini di esiti positivi ai test molecolari, stanno incrementando però anche i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari. Ci troviamo in una fase di crescita accelerata, ma è presto per prevedere quando avverrà il picco». Per Giovanni Sebastiani, matematico presso l’Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac), l’emergenza Covid-19 è in rapida ripresa. Basta pensare che i positivi ai tamponi molecolari sono passati dal 5 a poco meno del 15 per cento nel giro di meno di tre settimane.
Le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva negli ultimi 7-10 giorni sono aumentati lievemente, fino a raggiungere rispettivamente i valori di 7,5 per cento e 2,2 per cento. A livello regionale, invece, il ricercatore evidenzia alcune situazioni di criticità, come la Toscana, dove la percentuale di positivi ai molecolari raggiunge il 30 per cento circa a fronte dei tamponi effettuati. Marche e Umbria, entrambe intorno al 20 per cento per lo stesso parametro. Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, le regioni più a rischio risultano Sicilia e Valle d’Aosta, che raggiungono rispettivamente 17 e 13 per cento.
«C’è da sottolineare, però, che la Valle d’Aosta mostra un calo significativo di questa variabile negli ultimi giorni – precisa Sebastiani – dato che la curva dei ricoveri era intorno al 19 per cento, per cui si osserva una riduzione di ben sei punti percentuali». E aggiunge: «Nonostante ci siano regioni in cui il trend non è in aumento, le curve sono in maggioranza in salita, e anche la velocità con cui cresce la percentuale dei positivi aumenta, siamo quindi in crescita accelerata. Non possiamo ancora stabilire quando si verificherà il picco, ma sicuramente i comportamenti individuali potranno influenzare l’andamento delle curve».
«Spero che, nell’ambito della classe medica, non si facciano previsioni sul picco ora, come quella del picco previsto a fine gennaio, rivelatasi sbagliata», precisa. «Di positivo c’è il fatto che la bella stagione favorirà le relazioni all’aperto, dove viene meno la trasmissione tramite l’aerosol. Allo stesso tempo, però, si creeranno – continua – una serie di situazioni in cui le persone saranno esposte a maggior rischio di contrarre e diffondere il virus, a maggior ragione a fronte della notevole trasmissibilità della variante Omicron. È pertanto fondamentale che la popolazione adotti comportamenti responsabili, specialmente nelle situazioni a maggior rischio che ormai abbiamo imparato a riconoscere».
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