Una passeggiata nella filiera alimentare passando dalla tracciabilità alla commercializzazione, fino a giungere al consumo e allo spreco che in alcuni casi – quelli più felici – può risolversi in donazione. Antonio Sorice: «Educare consumatore»
Etichettatura, trasparenza e controllo della filiera. Sono queste le regole fondamentali per garantire al consumatore la sicurezza della qualità del cibo che si mette in tavola. «Una categoria che vigila costantemente sulla qualità degli alimenti è quella dei veterinari pubblici», a spiegarlo è Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP (Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva) intervistato da Sanità Informazione in occasione del 50° Congresso Nazionale Sivemp (Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica).
«È importante che il consumatore abbia notizie certe dei prodotti, soprattutto di origine animale. Il primo punto su cui soffermarsi è l’etichettatura: già dire che c’è differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione è un elemento importante. La data di scadenza non è procrastinabile mentre il termine minimo di conservazione è suggerito ma non vincolante».
Un tema strettamente connesso alla scadenza dei cibi è «la conservazione nelle case e conseguentemente lo spreco: due temi portanti per il sistema della filiera alimentare» prosegue Sorice. «In tutto il mondo si spreca un terzo del cibo prodotto. Per produrre quel cibo si consumano acqua, risorse del territorio e lavoro; parte di questo spreco è provocata dal consumatore stesso che magari non ha troppa accuratezza nel fare la spesa e quindi poi produce rifiuti. Un aspetto altrettanto fondamentale è la corretta gestione del frigorifero di casa: si deve tenere in considerazione la scadenza, consumare quello che è prossimo, riporre negli scomparti più nascosti gli alimenti che scadono più in là con il tempo. Queste sono già delle minime accortezze che il consumatore può mettere in atto».
Proprio perché lo spreco alimentare rappresenta una piaga per la filiera, per l’ambiente e per l’intera società, il riuso e la donazione assumono un ruolo importantissimo: «Per questo nel 2016 è entrata in vigore la legge 166, nota anche come “Legge Gadda”, che allarga il paniere di prodotti che si possono donare per finalità sociali» prosegue Sorice, che sottolinea quanto questa normativa vada anche a semplificare alcune procedure estendendo le agevolazioni fiscali.
«La Legge è stata un passo importante, ma in ogni caso non basta – conclude il Presidente -. Si può fare molto di più cominciando dalla formazione di volontari perché, pur facendo un lavoro encomiabile, è bene che siano ancor più consapevoli per passare un messaggio corretto ai consumatori e aiutare coloro che hanno necessità».