Il Presidente della Società Italiana Sistemi 118 nella Commissione guidata da Sileri (M5S): «Riforma legislativa del sistema che vada nella direzione di un potenziamento rispetto a politiche precedenti che l’hanno smantellato e ampiamente demolito»
«Gli italiani devono poter continuare a chiamare direttamente il 118. È in gioco la vita degli italiani. Una realtà così importante non può essere smantellata». È determinato Mario Balzanelli, Presidente Nazionale del Sis 118, ascoltato dalla Commissione Sanità del Senato convocata dal Presidente Pierpaolo Sileri. Un’audizione lunga e approfondita su un tema molto delicato: il sistema di pronto intervento del 118 messo a rischio da un progressivo taglio di finanziamenti pubblici (oggi appena l’1,7% della spesa sanitaria è destinato a questo servizio) e dall’istituzione del numero unico 112, un cambiamento che nello smistamento delle telefonate rischia di far perdere tempo prezioso nel soccorso salva-vita. «Il dettato normativo europeo – spiega Balzanelli – prevede l’introduzione del 112 quale numero parallelo rispetto agli altri numeri di emergenza insistenti nei paesi dell’Unione europea e non sostitutivo rispetto agli stessi». Il Presidente del 118 ha annunciato che chiederà un incontro al Ministro Giulia Grillo per poter parlare di una riforma istituzionale del servizio.
Presidente, è stato ascoltato dalla Commissione Sanità del Senato portando le problematiche del 118. Lei più volte ha lanciato un appello affinché non venga smantellata questa realtà importante della sanità italiana. Cosa ha detto in Commissione?
«Il Sistema 118 è il sistema salvavita del cittadino italiano. È il corpo istituzionale dello Stato deputato a salvare la vita con tempi brevissimi di risposta e quindi deve essere necessariamente messo nelle condizioni di rispondere ai propri compiti e di rispondere nel modo migliore. Oggi ho chiarito la necessità di promuovere una riforma legislativa del sistema 118 che vada nella direzione di un potenziamento rispetto a politiche precedenti che l’hanno smantellato e ampiamente demolito. In più ritengo necessario che i cittadini italiani debbano poter continuare a chiamare direttamente il 118 in caso di emergenza sanitaria in ottemperanza proprio al dettato normativo europeo che prevede l’introduzione del 112 quale numero parallelo rispetto agli altri numeri di emergenza insistenti nei paesi dell’Unione europea, non sostitutivo rispetto agli stessi».
Il rischio è che con due numeri possa aumentare il tempo necessario al soccorso?
«L’obiettivo è impedire che ci possano essere dei ritardi anche minimi che possano fare la differenza. C’è un recentissimo lavoro scientifico internazionale pubblicato su Resuscitation dal nome Eurocall study il quale ha dimostrato che laddove c’è il doppio passaggio si perde più tempo e questo può avere conseguenze nefaste sulle persone».
L’altro tema è quello della presenza di operatori medici sulle ambulanze. Anche questo servizio è a rischio?
«Riteniamo che il medico debba fare il medico. E siccome è in grado di fare diagnosi, di prescrivere terapie e quindi di svolgere delle funzioni che potenzialmente fanno la differenza tra la vita e la morte debba essere presente a bordo dei mezzi di soccorso in una percentuale che deve essere definita come standard dal Ministero della Salute. Non possiamo accettare la scomparsa del medico, come fosse un ‘caro estinto’ sparito dal sistema 118 nazionale o come figura in via di estinzione. Al contrario noi dobbiamo garantire agli italiani che, laddove si verifichino situazioni per le quali possano rischiare di morire da un momento all’altro, ricevano il miglior soccorso possibile che è assicurato dall’arrivo di un equipaggio che è costituito da un medico, da un infermiere e da autisti soccorritori».
Solo l’1,7% della spesa sanitaria va al 118. Pensa che sia necessario un aumento dei fondi per questo servizio?
«Necessariamente. Dover rispondere in 8 minuti dalla chiamata in aree urbane, in 20 minuti dalla chiamata in area extraurbana e dover dare risposte di eccellenza laddove è in pericolo imminente la vita di qualcuno. Questo richiede che ci siano tutte le condizioni operative per poter svolgere con efficacia questi compiti e quindi necessariamente impone da parte dei ministeri competenti l’allocazione delle risorse necessarie per non avere carenze di mezzi, per non avere carenze di personale, per aver le migliori attrezzature possibili. L’1,7% della spesa sanitaria per il sistema salvavita è davvero irrisorio ed è irrazionale. Non è neanche presentabile come dato».
Ha chiesto un incontro al Ministro Grillo?
«Chiederò a breve come Presidente della Società italiana dei sistemi 118 un incontro per poter valutare la possibilità, laddove il Ministro sia d’accordo, e avviare i lavori per una importante riforma istituzionale del 118 del Paese».