Il presidente dell’associazione di consumatori in campo per garantire che tutti abbiano un soccorso sanitario appropriato sull’intero territorio nazionale: al momento grandi difformità tra le regioni: «Chiediamo che i cittadini abbiano già nel primo intervento tutti e tre gli operatori (medici, infermieri, autisti soccorritori) in modo tale che si evitino le morti improprie perché i tempi di intervento possono essere determinanti per la salvezza della vita»
Considerare mezzi di emergenza solo quelli con a bordo medico, infermiere autista soccorritore e tutela del numero di emergenza 118 integrato nel 112. Sono tra le principali richieste che Federconsumatori rivolge al governo. L’associazione è scesa in campo per garantire che il cittadino abbia un soccorso sanitario appropriato sull’intero territorio nazionale, cosa al momento non garantita come denunciato anche dal presidente del Sis 118 Mario Balzanelli. Federconsumatori, insieme a Sis 118 e Fnomceo, ha denunciato le difformità territoriali del sistema di primo soccorso puntando l’indice sulla «demedicalizzazione e privatizzazione del servizio con grandi differenze a livello regionale». Sullo sfondo il tema del numero unico di emergenza 112 che non sta funzionando come dovrebbe: secondo gli ultimi dati il dato mediano relativo al tempo che intercorre tra la chiamata al 112 e il trasferimento alla centrale operativa del 118 è di oltre un minuto, 60 secondi che possono essere determinanti, ad esempio, in caso di infarto. Ne abbiamo parlato con il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora che ha chiesto un incontro al ministro per affrontare il problema.
Presidente, lei rappresenta i consumatori. Ci sono differenze nella gestione del 118 da regione a regione, da azienda ad azienda e questo è un grave rischio per l’utente/paziente…
«Noi infatti siamo un’associazione che mette insieme i cittadini che vogliono un servizio efficiente, di qualità e per fare questa battaglia chiedono che ci sia una interlocuzione del governo anche con gli utenti e forse il dato positivo per la prima volta è che siamo riusciti a mettere insieme tutte le professionalità che operano nel sistema sanitario e che insieme valutano che bisogna riorganizzare un servizio di emergenza che sia all’altezza delle domande che arrivano dalla popolazione».
Avere un medico a bordo di una ambulanza a volte può salvare la vita…
«Noi pensiamo che ci debbano essere servizi essenziali garantiti in tutto il paese, in tutte le province per tutti i cittadini italiani. Poi diciamo che è necessario che non si dividano tra mezzi di soccorso con infermieri specializzati, altri con medici e altri ancora solo con autisti soccorritori, ma che i cittadini abbiano già nel primo intervento tutti e tre gli operatori in modo tale che si evitino le morti improprie perché i tempi di intervento possono essere determinanti per la salvezza della vita e per avere altri interventi che ti consentano una qualità della vita buona».
Aspettate un segnale dal ministro?
«Noi l’abbiamo sollecitato, ci auguriamo che ci sia la sensibilità, visto anche lo schieramento che mettiamo in campo di stare a sentire anche le nostre ragioni così come chiederemo alla Conferenza Stato regioni di rivedere alcuni modelli che non hanno funzionato».