I consigli della Società Italiana di Medicina Ambientale per ridurre i potenziali rischi del “lavoro agile”
Il lavoro agile o smart working è stato uno degli strumenti indispensabili individuati dal Governo durante l’emergenza derivata dalla pandemia COVID-19. E se da una parte, lo smart working ha ridotto notevolmente il rischio di esposizione al virus per una fascia estesa della popolazione, dall’altra, ha costituito uno scenario lavorativo nuovo.
Lo smart working si caratterizza per un diverso approccio al lavoro, basato su un rapporto fiduciario tra lavoratore e datore di lavoro e su una maggiore flessibilità. Il datore di lavoro, infatti, resta responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici consegnati al lavoratore per lo svolgimento dell’attività, pur non avendo il controllo dell’ambiente scelto dall’operatore.
Il fattore umano assume un peso preponderante nella valutazione del rischio e nell’attuazione di comportamenti corretti, che deve tenere in considerazione la partecipazione di tutti coloro che operano e agiscono nell’ambiente domestico. In questo contesto non ancora sufficientemente normato, la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) ha predisposto alcuni consigli utili per ridurre i potenziali rischi associati allo smart working, primo fra tutti l’esposizione all’elettrosmog negli ambienti indoor che non andrebbe mai sottovalutata.
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Il professor Prisco Piscitelli, epidemiologo e Vicepresidente SIMA, ricorda: «L’inquinamento elettromagnetico e la conseguente esposizione ai campi elettromagnetici non ionizzanti tende sempre a crescere a causa dell’introduzione nell’ambiente di nuove e svariate sorgenti artificiali come, impianti di telecomunicazioni, dispositivi elettronici Wi-Fi, telefoni cellulari, linee elettriche ad alta tensione. Mentre sono noti gli effetti acuti che si verificano a livelli di esposizione molto elevati, non ci sono indicazioni univoche sull’insorgenza di effetti nocivi per la salute da esposizioni a lungo termine a bassi livelli di esposizione».
Nel 2002 l‘Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi magnetici a bassa frequenza e successivamente i campi elettromagnetici a RF (2013) tra i possibili cancerogeni (come il carburante diesel, piombo, stirene, ecc.). Bambini e ragazzi – presenti in casa per la chiusura delle scuole o le vacanze – possono rappresentare una fascia maggiormente vulnerabile e suscettibile di un più cospicuo assorbimento delle onde elettromagnetiche per un maggiore contenuto di acqua all’interno del cranio e uno spessore osseo più sottile.
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Allo scopo di migliorare la qualità della vita negli ambienti trasformatisi in ambienti di lavoro a distanza, si possono prendere in considerazione semplici accorgimenti: «Utilizzare i telefoni cellulari in condizioni di alta ricezione del segnale, ovvero in zone ad alta copertura di rete per la telefonia mobile, così come è preferibile usare telefoni cellulari di ultima generazione caratterizzati da un basso assorbimento elettromagnetico e fare chiamate brevi o utilizzare auricolari e sistemi viva-voce in caso di lunghi colloqui» dichiara Alessandro Miani, Presidente SIMA.
«Per quanto riguarda il posizionamento delle antenne dei sistemi Wi-Fi, Bluetooth e reti senza fili – continua Miani – il consiglio è quello di installarli negli ambienti della casa meno frequentati, evitando di tenere inutilmente accesi nei luoghi di lunga permanenza il Wi-Fi e apparecchi elettrici. Per l’uso del pc portatile, è da preferirsi il collegamento via cavo o, in alternativa, bisognerebbe interrompere la connessione Wi-Fi nei periodi di inattività, per evitare che la continua ricerca di una rete generi inutili esposizioni. Ogni 2 ore prendetevi una pausa di 5 o 10 minuti. Ricordate anche che è doveroso evitare di dormire tenendo lo smartphone vicino al letto, magari anche in ricarica, oppure avere dispositivi elettronici (radiosveglie, segreteria telefonica ecc.) poggiati sul comodino vicino a voi» conclude.
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