«Il nostro obiettivo è dare le cure migliori a tutti, noi non vogliamo fare scelte o discriminazioni. Per me una persona ha lo stesso valore di un’altra, indipendentemente dall’età o dalla professione che svolge». Queste le parole del Presidente della SOI a Sanità Informazione
La Società Oftalmologica Italiana (SOI), da sempre punto di riferimento dei 7mila medici oculisti del paese, compie 150 anni ed è l’associazione medico scientifica specialistica più antica d’Italia. Un anniversario festeggiato con un Congresso internazionale, in programma fino a sabato 25 maggio, nella prestigiosa cornice del Roma Convention Center ‘La Nuvola’. Per l’occasione, il Ministero dello Sviluppo Economico – Mise ha realizzato un francobollo celebrativo, mentre l’Istituto Poligrafico, in collaborazione con la Zecca dello Stato, ha coniato una medaglia commemorativa.
L’evento vede la partecipazione di esperti provenienti da tutto il mondo per una full immersion di quattro giorni dedicata ai temi e alle sfide del settore oftalmologico: dallo stato dell’arte sul glaucoma all’insufficiente diffusione delle terapie per la maculopatia, dalla riabilitazione dell’ipovedente alla terapia antibiotica a tutela della chirurgia, dal trapianto di cornea alla gestione consolidata del paziente strabico, fino alla individuazione della lente a contatto personalizzata sul paziente.
Oggi i 7000 Medici Oculisti salvano la vista ad un milione e trecentomila persone ogni anno e questo impone adeguate risorse per i necessari cambiamenti organizzativi. «L’oculistica è la specialità della medicina in continua evoluzione – spiega il presidente della Soi, Matteo Piovella – quello dell’oftalmologia è un laboratorio al servizio dei Pazienti e del diritto alla cura migliore. Negli ospedali pubblici i medici oculisti operano con competenza e capacità, ma in quanto a disponibilità degli aggiornamenti tecnologici siamo fermi agli anni duemila» ammette Piovella.
Ogni anno – specifica il presidente ai nostri microfoni a margine della conferenza stampa di presentazione del congresso al Senato – effettuiamo 650mila interventi di cataratta, un’impresa straordinaria. Ancor più difficile è la gestione e la cura delle maculopatie, una patologia che interessa una persona su tre dopo i 70 anni: ricordo che ci sono 400 milioni di malati nel mondo e 600mila in Italia. Ogni anno – prosegue – se ne aggiungono altri 80mila. Si tratta di un’emergenza, per questo dobbiamo intervenire. Non vogliamo responsabilizzare nessuno ma quando si manifesta una necessità così urgente dobbiamo rimboccarci le maniche per dare la terapia a tutti. Non possiamo permettere che il 70% di queste persone abbia un’assistenza a livello di terapia che non è la migliore e la più adeguata».
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«Il congresso farà il punto della situazione – continua Piovella – speriamo di riuscire a creare questa sensibilità che per noi è indispensabile. Il nostro obiettivo è dare le cure migliori a tutti, noi non vogliamo fare scelte o discriminazioni. Per me una persona ha lo stesso valore di un’altra, indipendentemente dall’età o dalla professione che svolge. Ho grande rispetto delle persone che hanno avuto successo nella vita ma sono obbligato ad averne altrettanto per le persone più umili che hanno avuto una vita più difficile. Perché io devo evitare di penalizzare un paziente a vantaggio di un altro». E chiude con un appello ai politici: «Lancio una richiesta di attenzione a chi ha la capacità di decidere: noi ci siamo spesi tantissimo in questi ultimi anni per avere ascolto e condivisione dei problemi. L’abbiamo avuto ma, a livello concreto manca sempre qualcosa. Non voglio criticare nessuno – conclude – ma in medicina contano i risultati».