Gastroprotettori, analgesigici, antipiretici e antipertensivi: 9mila confezioni di medicinali a disposizione delle fasce più deboli della popolazione nella “farmacia di strada” ospitata all’interno del centro di accoglienza Vo.Re.Co Onlus di via della Lungara a Roma. Mandelli (Fofi): «Il farmacista è quel professionista dietro il banco disponibile sempre, senza appuntamento e senza chiedere permesso; si entra in tutte le farmacie in qualsiasi ora del giorno o della notte e si ha una risposta a qualsiasi problema di salute o personale»
Indigenti, senzatetto italiani e stranieri, poveri ed emarginati. La “farmacia di strada”, il progetto di solidarietà nato un anno fa dalla collaborazione tra Medicina Solidale (Imes) Assogenerici, Federazione Ordine dei farmacisti italiani (Fofi) e Fondazione Banco Farmaceutico (BF) ha raccolti i primi frutti: quasi 9mila confezioni di medicinali – analgesici, antipiretici, antipertensivi, gastrointestinali tra i più richiesti – donati dalle aziende farmaceutiche per le persone socialmente svantaggiate e fuori dall’assistenza sanitaria.
Un primo bilancio, tra la soddisfazione e l’emozione dei presenti, è stato fatto in occasione dell’inaugurazione del punto di dispensazione istituito presso il centro di accoglienza Vo.Re.Co. Onlus di Via della Lungara a Roma gestito dai volontari del carcere di Regina Coeli. Qui, ai più bisognosi sono offerti pasti caldi e vestiti e, da oggi, anche medicine. Ad affiancare i medici volontari dell’ambulatorio della Onlus ci saranno, infatti, anche i farmacisti. «Rappresento una categoria di professionisti da sempre vicina a chi ha bisogno, che non si tira mai indietro quando c’è da far la propria parte – ha ammesso Andrea Mandelli, Presidente Fofi (Federazione Ordini farmacisti Italiani) a margine della presentazione- . Il farmacista nel sociale c’è sempre stato e non fa fatica a essere presente oggi a dare il suo piccolo contributo. Quel professionista dietro il banco – ha specificato Mandelli – disponibile sempre senza un appuntamento o un permesso; si entra in tutte le farmacie in qualsiasi ora del giorno o della notte e si ha una risposta per un problema di salute e/o per problemi legati alla sfera personale».
I farmacisti volontari hanno gestito e organizzato il magazzino di Cinecittà a Roma dove sono stati raccolti i farmaci. I numeri dell’operazione sono stati forniti da Sergio Daniotti, Presidente della Fondazione Banco Farmaceutico: «Noi storicamente siamo il ponte tra le aziende che donano i farmaci e gli enti caritatevoli che assistono i poveri – ha spiegato ai nostri microfoni – . Questo progetto ci piace in modo particolare perché possiamo chiedere alle aziende di donare farmaci in modo specifico per le esigenze dei pazienti che si rivolgeranno in questo punto di assistenza. Le aziende sono favorevoli a progetti in cui si conosce con certezza dove finisce il farmaco e si ha la sicurezza che venga effettivamente utilizzato. I dati del Banco Farmaceutico parlano di «settemila 500 confezioni di farmaci per un valore complessivo di quasi 67mila euro donati dalle aziende aderenti ad Assogenerici, più altre 1.566 confezioni del valore di circa 22mila euro donati da altre aziende che regolarmente collaborano con Bf, per un totale di 32 categorie terapeutiche coperte e 17 aziende donatrici».
A tirare le somme, con piacere, Lucia Ercoli, Responsabile sanitario di Medicina Solidale e responsabile scientifica del progetto: «La farmacia di strada è l’atto concreto di un percorso avviato già dal 2004; era chiaro dall’inizio che l’accesso ai farmaci non era per tutti – ha confessato a Sanità Informazione – . C’erano profonde disuguaglianze, non si garantiva il diritto fondamentale alla salute sancito dalla Costituzione. Per questo, abbiamo affiancato l’attività medica con l’erogazione dei farmaci per il periodo della cura. E così – ha proseguito Lucia Ercoli – è nata la collaborazione con il Banco farmaceutico che si è poi estesa grazie all’elemosiniere del Papa».
«Siamo stati accolti nel Colonnato per dare vita a un altro ambulatorio di strada e ci ha aiutato con i farmaci, perché parte di questi vengono proprio dalle donazioni dell’Elemosineria Apostolica. A questa nostra avventura – ha concluso – mancava una figura importante: il farmacista che dà il farmaco e ne spiega l’uso. Non è più il medico che lo vicaria, ma è lui che si riassume il suo ruolo. Con le donazioni aziendali dei farmaci generici di Assogenerici copriamo un fabbisogno vasto in tema di salute: dagli antibiotici agli antinfiammatori passando per i protettori gastrici e i farmaci pediatrici. Oggi, simbolicamente, si realizza un percorso che diventa più esplicito e funzionale, aperto alla città».