Salute 16 Gennaio 2023 10:12

Sonno, bambini e adolescenti dormono poco. L’allarme degli esperti

Il 27% dei bambini in età scolare e il 45% degli adolescenti soffre di insonnia. Nell’80% dei casi le motivazioni sono da imputare a stili di vita scorretti. Paola Mattaliano (Auxologico): «Nell’ultimo secolo persa un’ora e mezza di sonno»

Sonno, bambini e adolescenti dormono poco. L’allarme degli esperti

Che il sonno sia alla base dello sviluppo psico-fisico dei bambini è risaputo da tempo, ma che ci siano dei legami tra alterazione del sonno e incremento del rischio cardiovascolare anche in età pediatrica è un fattore su cui sono stati fatti recenti studi. Secondo i dati nazionali e mondiali resi noti dal centro di medicina del sonno dell’IRCCS Auxologico, è emerso che il 27% dei bambini in età scolare e il 45% degli adolescenti dorme meno rispetto a quanto raccomandato per la loro età e nell’80% dei casi le motivazioni sarebbero da ricercare in stili di vita poco corretti sin dall’infanzia.

Un’ora e mezzo di sonno in meno nell’ultimo secolo

Individuare i fattori che hanno determinato questo deficit di sonno nei bambini, ma soprattutto negli adolescenti rappresenta dunque il primo compito del pediatra o del medico di medicina generale sulla base delle indicazioni fornite da genitori e dagli stessi ragazzi. «Esistono dei tempi fortemente raccomandati che sono determinati in base all’età – spiega a Sanità Informazione Paola Mattaliato, neurologo, specializzata in medicina del sonno presso l’IRCCS Auxologico –. Un bambino molto piccolo necessita di un maggior numero di ore di sonno rispetto ad un adolescente che, con lo sviluppo fisico e cerebrale, tende a ridurre il bisogno di riposo. Esistono però fattori legati alla società che incidono nell’alterazione del ritmo sonno-veglia, tanto che si è visto nell’ultimo secolo una graduale tendenza a dormire meno, fino ad un’ora e mezzo rispetto a quanto accadeva in passato».

Nei bambini frequenti le parasonnie

Nell’infanzia i risvegli durante il sonno possono essere associati a disagio emotivo, come pianto, agitazione o paura. In tal caso si parla di parasonnie che sono per lo più di natura benigna e tendono a diminuire di intensità e frequenza con la crescita. Se invece persistono per lungo tempo o aumentano di intensità occorre indagare sull’origine del disagio per escludere cause organiche come: reflusso gastroesofageo, asma, dermatite atopica, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. In questi casi è importante rivolgersi ad un medico specialista di medicina del sonno.

Quando la colpa è di pc e tablet, di un’alimentazione non bilanciata e di una scarsa attività fisica

Quando invece il problema si evidenzia nella fase dell’adolescenza, le motivazioni dell’insonnia nella maggior parte dei casi sono riconducibili a tre fattori: alimentazione non bilanciata, esposizione eccessiva a tablet e pc, soprattutto nelle ore serali, e scarsa attività fisica.

«Il sonno è un bisogno primario – riprende la neurologa del centro di medicina del sonno di Auxologico – un contenitore all’interno del quale l’organismo si rigenera e questo vale tanto per il bambino molto piccolo, ma soprattutto per l’adolescente. Durante questa fase della vita, infatti, è molto facile andare incontro a problemi del sonno, avere difficoltà ad addormentarsi o avere un sonno frammentato perché durante l’adolescenza si verifica un rimaneggiamento importante dell’attività cerebrale con uno spostamento in avanti della secrezione della melatonina, il ricettore del nostro organismo che rappresenta una sorta di semaforo e indica il momento di avvio della sonnolenza serale e a seguire della fase di addormentamento. Quindi l’adolescente esperimenta in maniera fisiologica la tendenza ad addormentarsi più tardi. Il tutto poi viene accentuato da uno stile di vita non adeguato con uno spiccato utilizzo di device elettronici che sono strumenti di stimolazione sensoriale».

Complicazioni per sonno non sufficiente

Molti studi hanno dimostrato che un sonno di almeno dieci ore nei bambini ottimizzi i processi immunitari, migliori la capacità di reagire alle infezioni, consenta di riorganizzare le attività cerebrali e i processi di memorizzazione. «La memoria a corto e lungo termine si consolida proprio durante il sonno – fa notare la neurologa – tanto è vero che ciò che viene studiato durante la giornata rischia di essere cancellato se non ci sono adeguate ore di sonno». Un altro aspetto importante è il controllo del peso corporeo perché durante il sonno e la veglia vengono prodotti ormoni che regolano il senso di fame e sazietà. «Di conseguenza una alterazione del sonno rischia di mettere in discussione l’equilibrio tra questi ormoni e di predisporre l’organismo ad un aumento di peso con rischio di obesità, disturbi del comportamento alimentare – aggiunge Mattaliano – senza dimenticare che l’alterazione del sonno genera tutta una serie di complicazioni cardiovascolari, ipertensione, insulino-resistenza, sindrome metabolica o problemi psicologici come depressione e ansia».

Il percorso nel centro di medicina del sonno

Nella maggior parte dei casi l’insonnia si supera modificando stili di vita e alimentazione. Per questo il percorso nel centro di medicina del sonno inizia con una visita medica volta alla ricostruzione di ciò che avviene nella giornata, cercando di individuare potenziali elementi di errore, cattive abitudini per poi correggere eventuali alterazioni a livello organico. «L’esame più importante che viene fatto è la polisonnografia, una registrazione di ciò che succede durante la notte alla ricerca di una potenziale causa del disturbo – spiega la neurologa -. Un altro tipo di esame a cui viene sottoposto il paziente è la actigrafia, eseguita per più giorni con un apparecchio portatile che documenta i tempi di sonno e di veglia. Questi esami, oltre alla visita medica e all’anamnesi, permettono di definire una diagnosi e seguire poi un percorso terapeutico mirato che, nella maggior parte dei casi, si risolve con una correzione dello stile di vita e dell’alimentazione». Quando ciò non avviene allora si si può ricorrere ai farmaci, come valido aiuto. «L’obiettivo è ripristinare la fisiologia e la capacità dell’organismo di addormentarsi spontaneamente tramite una serie di comportamenti adeguati, ma se questo non è sufficiente è possibile ricorrere a integratori e farmaci che non vanno assolutamente demonizzati – puntualizza Mattaliano -. Si comincia con prodotti naturali come melatonina, ferro, o triptofano, e solo in casi gravi si ricorre a antidepressivi o benzodiazepine».

I sei consigli dell’esperta

Per agevolare un corretto ritmo sonno veglia, Paola Mattaliano del centro di medicina del sonno dell’IRCCS Auxologico, unico nel suo genere in Italia per la possibilità di studiare gli effetti cardiovascolari dei diversi disturbi del sonno, ha stilato un vademecum per aiutare gli adolescenti insonni.

  • Puntualità: cercare di andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora
  • Di giorno leoni, di notte dormiglioni: svolgere attività stimolanti come studio e sport durante il giorno e rilassarsi la sera per preparare il corpo all’addormentamento
  • No a pc e cellulari: spegnere strumenti elettronici un’ora prima di coricarsi
  • A letto si dorme: non studiare a letto, il cervello deve associare il letto al riposo notturno
  • Stanza in ordine: mantenere la stanza fresca e pulita aiuta il sonno perché il corpo in prossimità dell’addormentamento riduce la temperatura interna di un paio di gradi
  • No a cena pesante: mangiare junk food e cibi pesanti richiede molte energie per la digestione e ostacola il sonno.

 

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