L’impegno del Comitato dei Sordociechi della Lega del Filo d’Oro, il presidente: «Lo scorso 8 gennaio abbiamo incontrato la presidente del Senato per illustrare le nostre proposte»
«La sordità civile che sopravviene dopo i dodici anni è una semplice invalidità. Questo significa che, ove previsti dalle singole regioni, il paziente non ha accesso a nessuno dei servizi specifici per i non udenti». È Francesco Mercurio, presidente del Comitato dei Sordociechi della Lega del Filo d’Oro a raccontare a Sanità Informazione le difficoltà quotidiane di migliaia di persone che devono far fronte non solo alla propria disabilità, ma anche all’assenza di un’assistenza adeguata alle loro personali esigenze.
«Il punto è – ha continuato Mercurio – che, con la formulazione attuale della legge 107/10, le persone sordocieche che hanno perso l’udito in età successiva ai dodici anni non possono essere riconosciute come tali a livello legislativo, quindi non avranno alcuna tutela particolare, derivante dalla specificità della loro condizione. Si tratta di individui che, pur avendo acquisito padronanza nella lingua parlata non potranno, a causa del mancato accesso al canale visivo, avvalersi di tutti quei sistemi come sottotitoli o lettura delle labbra, di cui possono avvalersi, invece, coloro che, passato il dodicesimo anno, sono colpiti da sordità, ma conservano un normale residuo visivo».
Ed è proprio per eliminare questa diversità di trattamento tra persone nelle medesime condizioni che la Lega del Filo d’Oro è da moltissimo tempo schierata in prima linea: «In questi anni – ha spiegato il presidente Comitato dei Sordociechi – abbiamo svolto un ruolo di sensibilizzazione presso le Istituzioni, partecipando a numerosi incontri presso le commissioni parlamentari di Camera e Senato competenti. Abbiamo incontrato, lo scorso 8 gennaio, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e stiamo prendendo contatti con i membri dell’attuale esecutivo».
Per risolvere l’impasse di cui si parla – il fatto che i sordociechi la cui sordità sia insorta, o sia stata accertata, dopo i dodici anni non possono trovare riconoscimento a causa della formulazione della legge – per il Comitato dei Sordociechi della Lega del Filo d’Oro ci sono solamente due strade. «La prima – ha commentato Mercurio – è allargare la platea delle persone sorde, stabilendo che la sordità sia riconosciuta comunque, a prescindere dall’età dell’insorgenza. La seconda è stabilire, nel testo della legge 107, che una persona è riconosciuta sordocieca ove presenta una grave minorazione della vista e dell’udito, senza nulla scrivere circa i riferimenti alla normativa vigente in materia di sordità e cecità».
Pur riconoscendo i pro e contro di queste due soluzioni per il presidente del Comitato dei Sordociechi sono «le uniche due vie possibili». Le persone sordocieche in Italia, secondo uno studio condotto dall’Istat nel 2015, sono 189 mila: «Tutti questi individui – ha concluso Francesco Mercurio – sono, ad oggi, ancora in attesa di una risposta».