Si chiama acrilammide e si tratta di una sostanza potenzialmente tossica che si sviluppa in seguito ad alte temperature nei processi di frittura, cottura al forno o alla griglia. Questa la sostanza incriminata che, secondo uno studio Abr (American Board of Radiology) sarebbe contenuta nelle buste delle patatine fritte. Secondo l’organizzazione americana no-profit, questa sostanza può avere carattere neurotossico, genotossico e cancerogeno. Dunque può essere nociva per il sistema nervoso, può contribuire alla formazione di tumori e alterare il Dna.
Sempre secondo l’Abr, il 50% delle marche presenta concentrazioni della sostanza superiori ai valori consigliati dalle linee guida europee. «Sebbene sull’acrilammide la normativa dell’UE e nazionale, stranamente, non impone dei valori limite ben definiti – si legge nello studio riportato dall’
Agi– si rammenta che esistono delle linee guida dell’EFSA che indicano dei parametri ben chiari da rispettare e che quindi sarebbe consigliato non superare (1000 mcg/Kg). I dati riscontrati evidenziano un chiaro superamento dei valori rispetto a quanto raccomandato».