Salute 19 Marzo 2025 10:31

Sovrappeso, in terza età l’indice di massa corporea non è sufficiente alla diagnosi

Secondo gli esperti non possiamo basarci solo sull'indice di massa corporea senza considerare il contenuto e la distribuzione della composizione corporea nelle persone obese nei diversi gruppi di età
Sovrappeso, in terza età l’indice di massa corporea non è sufficiente alla diagnosi

L’indice di massa corporea (Bmi), un dato biometrico espresso come rapporto tra peso e quadrato dell’altezza di un individuo, da sempre utilizzato per stimare se una persona è in peso forma oppure no, potrebbe perdere di attendibilità man mano che l’età avanza. In altre parole, questo valore – da solo – non darà un’indicazione esaustiva capace di definire con precisione se un persona è normopeso, in sovrappeso o obesa. A suggerirlo è un nuovo studio a firma di ricercatori italiani e libanesi, che verrà presentato al Congresso europeo sull’obesità – Eco 2025 – in programma a Malaga, in Spagna, dall’11 al 14 maggio.

Cosa accade con l’avanzare dell’età

Gli scienziati hanno dimostrato che a parità di Bmi gli individui possono avere differenze significative nella composizione corporea, come ad esempio un grasso corporeo più elevato soprattutto nelle regioni centrali e una massa muscolare inferiore in braccia e gambe. Queste differenze si rilevano soprattutto in base alla loro fascia d’età. Per gli autori dello studio chi è obeso invecchiando potrebbe sperimentare una ‘ridistribuzione’ della massa grassa e di quella magra (ovvero i muscoli), pur senza mostrare cambiamenti significativi nel Bmi. “Il che –  ragionano i ricercatori dell’università di Roma Tor Vergata e dell’università di Modena e Reggio Emilia in Italia, e dell’Università di Beirut in Libano, tra cui Marwan El Ghoch di Unimore, Modena – rende questo indice uno strumento meno utile”. L’obesità è un importante problema di salute caratterizzato da un accumulo eccessivo di grasso corporeo che può anche coesistere con una riduzione della massa magra. Nelle persone con obesità, si sa ancora poco sui cambiamenti della massa grassa e magra nel corso della vita.

I risultati dello studio

Nel nuovo studio gli autori hanno provato ad analizzare le differenze nella composizione corporea totale in gruppi di persone di età diversa. Sono stati coinvolti 2.844 adulti di entrambi i sessi e con un Bmi di 25 kg/m² e oltre, tutti  seguiti presso la Divisione di nutrizione clinica nel Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata. Ogni partecipante è stato sottoposto a valutazioni della composizione corporea mediante assorbimetria a raggi X a doppia energia (Dxa). Il campione è stato suddiviso in tre gruppi: giovani adulti di 20-39 anni, mezza età (40-59 anni), e anziani (60-79 anni). I maschi hanno mostrato un andamento crescente nella percentuale totale di grasso corporeo e una diminuzione della massa magra totale, dai gruppi più giovani a quelli più anziani. Mentre le femmine hanno mantenuto valori simili per questi compartimenti totali (% totale di grasso e massa magra) nei tre gruppi di età.  “Ma – osservano gli autori – la cosa più interessante è che i partecipanti nei gruppi di età media e avanzata di entrambi i sessi hanno mostrato una percentuale di grasso del tronco più alta da +1,23% a +4,21% e una massa magra appendicolare più bassa da -0,81 kg a -2,63 kg rispetto al gruppo di età più giovane, rivelando un grasso addominale più alto e una massa muscolare più bassa in braccia e gambe, nonostante il fatto che tutti i gruppi di età in questo studio avessero Bmi simili”.

Le considerazioni degli autori

“Questi risultati indicano chiaramente che non possiamo basarci solo sull’indice di massa corporea senza considerare il contenuto e la distribuzione della composizione corporea nelle persone obese nei diversi gruppi di età, poiché le persone di mezza età e anziane hanno un’adiposità centrale maggiore e una massa muscolare inferiore rispetto al gruppo più giovane – evidenzia Marwan El Ghoch -. Le nostre scoperte aprono nuove direzioni per la ricerca futura poiché suggeriamo che le persone obese potrebbero sperimentare una sorta di ridistribuzione all’interno dei loro compartimenti corporei con l’avanzare dell’età, senza cambiamenti significativi nel loro Bmi. Vale a dire un aumento dell’accumulo di grasso nel tronco e una diminuzione della massa muscolare nelle estremità”.

Gli effetti negativi sulla salute

Gli autori spiegano che questa ridistribuzione potrebbe avere importanti conseguenze negative sulla salute, come infiammazione cronica di basso grado, resistenza all’insulina e aumento del rischio di diverse malattie cardiometaboliche, sempre senza cambiamenti significativi nel Bmi. “Di conseguenza – continua El Ghoch – l’uso del Bmi diventa inutile e fuorviante e sono necessarie ricerche future per identificare nuovi strumenti in grado di rilevare questi cambiamenti nella massa grassa e muscolare in questa specifica popolazione. Tuttavia, i nostri risultati necessitano di conferma attraverso studi longitudinali”. Per il ricercatore sarebbe necessario affidarsi “a nuovi strumenti semplici da usare che siano in grado di rilevare questi cambiamenti nella massa grassa e nella sua distribuzione (come il rapporto vita-altezza), nonché nella massa muscolare e nella forza, incluso il test della presa della mano”.

 

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