Allo Spallanzani inoculata in una volontaria la prima dose: è una donna di 50 anni. Si dà così inizio alla fase clinica I del vaccino italiano. Il direttore sanitario Vaia: «Il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera»
Questa mattina, alle 8.32, la prima dose del vaccino italiano contro Covid-19, sviluppato dallo staff dell’Inmi Spallanzani di Roma, è stata inoculata in un volontario. Si è dato così ufficialmente inizio alle fase clinica I della sperimentazione nostrana. Se gli step successivi dovessero avere successo, le prime dosi potrebbero essere disponibili in primavera.
Questa fase punta a verificare se la dose del vaccino, così com’è preparata, dà effetti collaterali al paziente. Inoltre, serve a capire se è classificabile come “immunogenica“, ovvero se è capace di avviare nell’organismo umano la creazione di anticorpi neutralizzanti. In grado cioè di bloccare la replicazione virale di Covid-19. I volontari saranno 90, divisi in due gruppi di età: metà tra i 18 e i 55 e l’altra metà over 65.
Il vaccino GRAd-COV2 utilizza la tecnologia del “vettore adenovirale non-replicativo”, ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale agisce come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike (S) nelle cellule umane. Questa proteina è la “chiave” attraverso la quale il coronavirus, legandosi ai recettori ACE2 presenti all’esterno delle cellule polmonari, riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano. La presenza della proteina estranea innesca la risposta del sistema immunitario contro il virus.
ReiThera Srl, società con sede a Castel Romano, ideatrice del vaccino, è stata costituita nel 2014 da un gruppo di ricercatori italiani che avevano ideato l’utilizzo dell’adenovirus dello scimpanzé come “navicella” su cui innestare il materiale genetico necessario per realizzare vaccini contro malattie infettive come Epatite C, malaria, virus respiratorio sinciziale, ed Ebola.
«A noi interessa che il vaccino sia efficace. Se tutto avviene nei tempi programmati, il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera» ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. «Il primo volontario a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino verrà tenuto in osservazione per 4 ore da una équipe, poi tornerà a casa e verrà monitorato per 12 settimane – ha aggiunto -. Mercoledì proseguiremo con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane». La seconda e terza fase saranno poi probabilmente spostate in America Latina, dove «il virus è in crescita» e sarà più facile trovare l’ambiente richiesto.
Anche il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ha ribadito la necessità di almeno «24 settimane per completare la fase I» del vaccino. Tempi tecnici e assolutamente necessari, ha tenuto a ribadire. «Giocare sui tempi e ridurre la sperimentazione non è utile. L’Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità», sono state le parole di Ippolito.
«Perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno “io prima”», ha proseguito, garantendo la scrupolosità del progetto targato Spallanzani.
«Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo», sarebbero state queste le prime parole della volontaria cui la prima dose del vaccino è stata inoculata. Altri 90 seguiranno l’iter della donna nelle prossime settimane. «Mi auguro – ha aggiunto la 50enne – che la mia disponibilità potrà essere d’aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri».
Soddisfazione anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Espressa tramite un post sulla sua pagina Facebook. «Una notizia importante – scrive – oggi è iniziata la sperimentazione sull’uomo del vaccino italiano. Le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid».