La riforma Enpam prevede a partire dal 2023 un + 4% di contributi, che però consentiranno anche una pensione più alta
I camici bianchi non dipendenti che lavorano per strutture accreditate con il Ssn (cliniche private, poliambulatori, centri diagnostici, ecc), a partire da quest’anno pagheranno un ulteriore contributo all’Enpam, che andrà a sommarsi al contributo che i datori di lavoro già versavano per loro. Ma, come spiegato sul sito dell’Enpam, la cosa presenta dei vantaggi. Andiamo per ordine.
La legge prevede che le strutture accreditate versino all’Enpam un contributo calcolato in percentuale rispetto al fatturato prodotto nei confronti del Ssn. Questo 2% viene poi accreditato sulle posizioni contributive dei professionisti non dipendenti, che ritroveranno queste somme nell’estratto conto contributivo Enpam.
Da quest’anno, per effetto della riforma Enpam che da un lato riordina i conti della gestione previdenziale degli Specialisti esterni e contestualmente punta a dare pensioni più consone a questi professionisti, al contributo aziendale del 2% deve aggiungersi un ulteriore contributo del 4% a carico dei diretti interessati. Saranno le strutture stesse a trattenere il dovuto e a versarlo all’Enpam, ed i conguagli verranno fatti nel corso dell’anno.
I vantaggi per gli specialisti esterni consistono sia nel maturare una pensione più alta, ma anche di pagare la Quota B dimezzata. Al momento di dichiarare il proprio reddito libero-professionale tramite il Modello D entro il 31 luglio, gli specialisti che lavorano per strutture accreditate con il Ssn potranno scegliere l’aliquota ridotta del 9,75% invece di quella intera del 19,50%, in virtù del fatto che contribuiscono già a un’altra gestione di previdenza obbligatoria. Ricordiamo inoltre che il contributo del 4% è interamente deducibile dal reddito imponibile.
Ciononostante, evidenzia l’Enpam sulla propria pagina internet, dal punto di vista pensionistico sarebbe più vantaggioso accantonare sia il 6% della gestione Specialisti esterni (2% sul fatturato aziendale, più il 4% a proprio carico) sia prediligere il contributo intero di Quota B, dal momento che chi più versa più riceverà di pensione.
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