«Green pass scaricato 262 mln di volte. Strumento fondamentale di contrasto e gestione lotta al Covid». Così il ministro ha risposto al Question time alla Camera sull’eliminazione dell’obbligo della certificazione verde in relazione alla fine dello stato di emergenza
«Il Green pass è stato uno strumento fondamentale di contrasto e gestione della lotta al Covid. È stato scaricato, nelle tre diverse fattispecie, 262 milioni di volte». Lo ha ricordato, con convinzione, il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo al Question time alla Camera sulle iniziative per l’eliminazione dell’obbligo della certificazione verde, anche in relazione alla prevista cessazione dello stato di emergenza.
Il ministro della salute ha sottolineato che il numero dei vaccinati «nel nostro Paese è tra i più alti d’Europa e dell’intero mondo. Il 91,3% delle persone over 12 ha avuto una prima dose, l’89,6% degli over 12 ha avuto anche la seconda». E ha aggiunto: «Proprio ieri Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale Usa sulle allergie e le malattie infettive, ha richiamato i risultati importanti ottenuti dall’Italia. Siamo a 38.266.573 dosi somministrate di vaccini contro Covid-19».
Il ministro ci ha tenuto a ribadire che «grazie agli strumenti che abbiamo messo in campo insieme al Green pass siamo riusciti ad attraversare la stagione autunno inverno senza chiusure generalizzate. Questa è la verità senza propaganda. Altri Paesi con meno vaccinati di noi sono stati costretti a misure più dure». Se siamo in una fase nuova, quindi, «è prima di tutto grazie alla campagna di vaccinazione su cui dobbiamo continuare ad insistere – ha detto -. Milioni di persone devono fare la terza dose, alcune persone devono ancora fare la prima. Ogni vaccino in più somministrato è uno scudo che ci consentirà di rendere il nostro Paese più forte».
Speranza ha confermato che lo stato di emergenza non verrà rinnovato. E che domani ci sarà un Consiglio dei ministri per definire un cronoprogramma puntuale di accompagnamento. «Offriremo un percorso basato sull’evidenza scientifica e la situazione epidemiologica» ha concluso.
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