Un corso di formazione per esplorare le nuove opportunità terapeutiche e i risultati dei più recenti trial clinici
Tanti professionisti del settore riuniti a Napoli lo scorso 14 dicembre per affrontare il dibattito sull’utilizzo delle cellule staminali cordonali, durante il corso rivolto a ginecologi e ostetriche intitolato “Staminali cordonali: una fiducia che guarda al futuro”, presentato dal provider Sanità In-Formazione. Un dibattito che è doveroso ormai osservare attraverso la lente d’ingrandimento di varie discipline: la scienza medica, ma anche il diritto e la bioetica, che oggi più che mai, anche alla luce delle nuove scoperte scientifiche e opportunità terapeutiche, pongono interrogativi legittimi e importanti.
Nel corso dell’evento uguale attenzione è stata posta alla doppia prospettiva della conservazione e donazione delle cellule staminali cordonali, attraverso una disamina delle relative discipline e possibilità, e con un dialogo aperto al confronto.
Interessante la panoramica emersa sullo stato dell’arte nella regione Campania, dove fino a pochi anni fa la tanto diffusa quanto controindicata prassi di indirizzare al cesareo le gestanti intorno alle 38 settimane rendeva estremamente difficile il prelievo di queste cellule, sia a scopo di conservazione che di donazione, a causa dell’immaturità del cordone.
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«È molto importante – ha affermato la dottoressa Adriana Fortunato, ginecologa, responsabile scientifica dell’evento – che il dibattito sulla conservazione e la donazione delle staminali cordonali resti aperto, sia per promuoverne il fine solidaristico, sia per informare circa le possibilità di utilizzo di questo materiale biologico che ha una potenzialità scientifica e terapeutica davvero importante. Purtroppo al momento non c’è ancora una piena consapevolezza da parte della collettività, il livello di informazione è a macchia di leopardo. Ecco perchè – conclude la dottoressa Fortunato – al di là del contenuto formativo di questi incontri per i professionisti del settore, è così importante estenderli anche ai non addetti ai lavori, alle persone comuni».
«È fondamentale – ha dichiarato la dottoressa Pierangela Totta, responsabile scientifica Futura Stem Cells – che ci sia un alto livello di conoscenza e informazione sulle potenzialità delle staminali cordonali. La legge che in Italia regola la materia risale al 2009, sono ormai passati dieci anni da allora e la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante. L’idea di allargare la possibilità di donare e di conservare a livello nazionale per tutte le famiglie, che possano così anche arricchire un registro nazionale e internazionale, sarebbe una grande opportunità a vantaggio di tutti. Questo è particolarmente vero – conclude la Totta – dal momento che ci sono numerosi studi che dimostrano che il limite numerico di cellule staminali cordonali sarà presto superato, perchè siamo riusciti ad amplificarle in laboratorio, a trapiantarle a persone che difficilmente avrebbero trovato donatori compatibili».