Salute 28 Gennaio 2021 13:45

Staminali contro il Covid-19, parte la sperimentazione clinica in tutt’Italia

Con il via libera degli enti regolatori, l’approccio clinico basato sulle terapie cellulari può iniziare. Dominici: «Un confronto su cellule staminali prese da fonti diverse all’interno dello stesso studio clinico non è mai avvenuto al mondo. Ci aspettiamo di avere risultati per nuove terapie anti Covid-19»

Staminali contro il Covid-19, parte la sperimentazione clinica in tutt’Italia

Potenti antinfiammatori contro il Covid-19, capaci di spegnere “l’incendio” provocato dalla malattia e riparare i tessuti danneggiati.  L’auspicio, infatti, è che una volta infuse negli organismi dei malati possano rivelarsi decisive per contrastare l’infiammazione causata dal Sars-Cov-2 così come sono efficaci nell’aggredire le malattie oncologiche ed ematologiche. Una sfida importante e un campo di esplorazione nuovo per le cellule staminali: dai laboratori dell’azienda ospedaliero-universitaria di Modena a breve partirà una sperimentazione clinica controllata che coinvolgerà i maggiori centri italiani di terapie cellulari.

«Ci occupiamo di terapie cellulari da anni in Italia – dichiara a Sanità Informazione il direttore del progetto e della Struttura Complessa di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena Massimo Dominici –. Lo scorso maggio abbiamo messo insieme le forze tra colleghi nel tentativo di proporre un trattamento efficace per la polmonite da Covid-19 e non solo. Abbiamo chiesto l’autorizzazione all’Iss, all’Aifa e allo Spallanzani. È appena arrivato il via libera ufficiale dai tre enti regolatori e siamo contenti di riuscire a partire – aggiunge soddisfatto -. È la prima volta che le strutture di terapie cellulari avanzate si mettono in rete di fronte a un evento così catastrofico».

Dominici: «Le cellule staminali abbassano le citochine infiammatorie dei pazienti con forme gravi di Covid-19»

L’infezione da Sars-Cov-2 causa una forte infiammazione nell’organismo del paziente che lo porta in terapia intensiva per un crash del sistema respiratorio e a volte, purtroppo, alla morte. Per curare questa malattia subdola e spesso imprevedibile si utilizzano vari farmaci ma attualmente non esiste nessuna terapia sicuramente efficace per battere il Sars-Cov-2. Ma nella guerra al Covid-19, la scienza ha oggi a disposizione una nuova arma che ci auguriamo possa sconfiggerlo.

«Una serie di studi clinici pubblicati all’estero, ricordo il più recente del professor Ricordi, ha dimostrato che l’uso delle cellule mesenchimali, in questo caso staminali cordonali, raddoppia la sopravvivenza, cosa che nessun farmaco riesce a fare» spiega il professor Dominici.

«Altri dati sorprendenti sono stati raccolti in Cina durante l’emergenza. Le cellule staminali sono in grado di abbassare le citochine infiammatorie dei pazienti con forme gravi in modo rilevante; cercheremo di capire anche noi se questo possa funzionare. Un confronto su fonti diverse all’interno dello stesso studio clinico – sottolinea – non è mai avvenuto al mondo».

Cellule staminali mesenchimali stromali prese da fonti diverse: lo studio

Alla base dello studio in questione, c’è l’idea di utilizzare le cellule staminali su una sessantina di pazienti arruolati in tutte le strutture con l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia.

Le cell factory coinvolte sono a Monza, Milano, Vicenza, Modena e Firenze. «Una squadra importante – la definisce Dominici – con i migliori centri italiani al centro del progetto di ricerca: oltre al professor Clini, pneumologo dell’università di Modena, il professor Peris del Careggi di Firenze, il professor Stocchetti dell’Ospedale Covid di Milano Fiera, il professor Bellani del San Gerardo di Monza, la professoressa Ciccociocco dell’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, prendono parte allo studio anche l’ospedale Meyer, il Policlinico Irccs Ca’ Granda di Milano e l’azienda ospedaliera di Vicenza».

La sperimentazione partirà a breve in tutte le aziende e gli ospedali coinvolti: «Il protocollo clinico prevede l’infusione di cellule mesenchimali stromali prese da fonti diverse – evidenzia Dominici -. È la prima volta in Italia che si fa un confronto tra fonti di cellule prese da midollo osseo, tessuto adiposo e cordone ombelicale. È uno studio che valuta la sicurezza dell’approccio su un numero limitato di pazienti, una sessantina, arruolati tra quelli con forme acute prima di un’eventuale incubazione».

«Ci aspettiamo di avere risultati per nuove terapie anti Covid-19»

Sei mesi per rendersi conto dei risultati. «Ci sono 80 studi clinici al mondo che utilizzano cellule mesenchimali stromali e in Europa ci sono attivi 14 studi. Vogliamo far presente che ci sono biotecnologie legate alle cellule al servizio della salute pubblica e ci aspettiamo di risultati per nuove terapie anti Covid-19».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Rischio cardiovascolare al femminile, le donne italiane lo sottostimano
La maggior parte delle donne italiane sottostima il proprio rischio cardiovascolare, non conosce tutti i fattori di rischio, e anche quando li conosce, non migliora il proprio stile di vita. È quanto emerge dallo studio CARIN WOMEN condotto da A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) , realizzato con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo Italia
Dall’Aifa due linee guida per semplificare l’organizzazione delle sperimentazioni cliniche e regolamentare gli studi osservazionali
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato i due documenti fornendo chiarimenti rispetto alla normativa europea e nazionale vigente e adattando anche il contesto italiano ai Regolamenti UE
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Sclerosi multipla, la terapia con cellule staminali può rallentare la progressione della malattia recidivante
Un gruppo di ricercatori svedesi ha valutata la sicurezza e l’efficacia della terapia con cellule staminali quando utilizzata come trattamento di routine piuttosto che in condizioni di sperimentazione clinica. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry
OMS: «Dichiariamo fine emergenza internazionale Covid»
Il Comitato tecnico dell’Oms, ha detto il direttore generale Tedros Ghrebreyesus, «ha raccomandato la fine dello stato di emergenza ed io ho accettato l’indicazione»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...