Salute 3 Agosto 2020 09:00

Strascichi psichiatrici per più di metà dei guariti da Covid-19, i risultati di uno studio italiano

Le più colpite sono le donne, in cui gli straschichi psichiatrici sono più forti: depressione, ansia e insonnia. Tra le causa risposta immuntaria e stress

Strascichi psichiatrici per più di metà dei guariti da Covid-19, i risultati di uno studio italiano

Covid-19 lascia strascichi anche a livello psichiatrico. Da uno studio dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano è emerso infatti che oltre la metà delle persone (56%) che hanno avuto la malattia ha dovuto fare i conti con depressione, disturbo post traumatico da stress, ansia o insonnia fino a una sintomatologia ossessivo-compulsiva. La ricerca, coordinata da Francesco Benedetti, psichiatra e Group leader dell’Unità di ricerca in Psichiatria e psicobiologia clinica dell’Irccs milanese, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Brain, Behavior and Immunity e «ha descritto e riportato per la prima volta al mondo le conseguenze di Covid-19 a livello psichiatrico», riferisce una nota.

Lo studio è stato condotto su 402 pazienti nell’ambito dell’ambulatorio di follow-up post Covid-19 che il San Raffaele ha attivato lo scorso maggio. Si tratta di un percorso di controlli di circa sei mesi per i malati Covid-19 dimessi dalla struttura, che prevede visite con équipe multidisciplinari composte da medici internisti, infettivologi, neurologi, psichiatri, nefrologi e cardiologi.

LE PATOLOGIE PSICHIATRICHE RISCONTRATE

«È apparso chiaro da subito che l’infiammazione causata dalla malattia potesse avere strascichi anche a livello psichiatrico. Infatti, gli stati infiammatori, anche in conseguenza a infezioni virali, possono costituire dei fattori di rischio per diverse patologie, in particolare la depressione», afferma Benedetti. Sulla base di interviste cliniche e questionari di auto-valutazione, sono stati esaminati i sintomi psichiatrici di 402 pazienti (265 uomini e 137 donne) con Covid-19 a un mese di follow-up dopo il trattamento ospedaliero. Di questi circa 300 erano stati ricoverati presso il San Raffaele e 100 erano stati seguiti al proprio domicilio. I medici hanno riscontrato nel 28% dei casi il disturbo post-traumatico da stress, nel 31% la depressione, nel 42% dei pazienti l’ansia e nel 40% l’insonnia, e infine nel 20% una sintomatologia ossessivo-compulsiva. Nel complesso, il 56% delle persone ha manifestato almeno uno di questi disturbi, proporzionalmente alla gravità dell’infiammazione durante la malattia.

I pazienti con una precedente diagnosi psichiatrica sono peggiorati e, tra chi non ne era mai stato affetto, in particolare sono le donne ad aver sofferto di più per l’ansia e la depressione, nonostante la minore gravità dell’infezione. «Questo conferma quello che già sapevamo, ossia la maggior predisposizione della donna a poter sviluppare disturbi della sfera ansioso-depressiva, e ci conduce a ipotizzare che questa maggiore vulnerabilità possa essere dovuta anche al diverso funzionamento del sistema immunitario nelle sue componenti innate ed adattive», commenta Benedetti.

IL RUOLO DEL SUPPORTO SANITARIO

Inoltre, nei pazienti ricoverati in ospedale – riferisce ancora la nota – sono stati riscontrati strascichi dal punto di vista psichiatrico meno gravi rispetto ai pazienti ambulatoriali. Da qui, il ruolo e l’importanza del supporto sanitario nel diminuire l’isolamento sociale e la solitudine tipiche della pandemia. In generale, infatti, le conseguenze psichiatriche da Covid-19 possono essere causate sia dalla risposta immunitaria al virus stesso, sia da fattori di stress psicologico come l’isolamento sociale, la preoccupazione di infettare gli altri e lo stigma.

«Questo studio è solo il primo di molti altri che si propongono di indagare l’impatto psicopatologico di Covid-19. Il prossimo obiettivo – annuncia Benedetti – è approfondire la ricerca sui bio-marcatori dell’infiammazione per diagnosticare condizioni patologiche emergenti e monitorarle nel tempo. Infatti, grazie alla creazione di una bio-banca fin dai primi giorni dell’epidemia, abbiamo oggi a disposizione informazioni cliniche e materiale biologico dei pazienti ricoverati e trattati nel nostro ospedale», conclude.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Berlusconi, che tipo di leucemia ha portato alla morte? Parlano gli esperti
Silvio Berlusconi è morto questa mattina all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da venerdì. Aveva 86 anni e si trovava in ospedale per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo e che gli ha causato complicazioni, tra cui una polmonite
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...
Advocacy e Associazioni

Cirrosi epatica, i pazienti chiedono meno burocrazia e maggior accesso al teleconsulto

Nella nuova puntata di The Patient Voice, Ivan Gardini (EpaC Ets), Ilenia Malavasi (Affari Sociali) e Francesca Ponziani (Pol. Gemelli)