Un programma globale di immunizzazione delle donne incinte contro lo Streptococco B potrebbe portare a un risparmio considerevole in termini di costi sanitari, perdita di vite e di disabilità. Questa è la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine in uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine
Un programma globale di immunizzazione delle donne incinte contro lo Streptococco B potrebbe portare a un risparmio considerevole in termini di costi sanitari, perdita di vite e di disabilità. Questa è la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine in uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine, che però mette in dubbio anche le eventuali difficoltà di garantire un accesso equo alla vaccinazione. Attualmente non c’è un vaccino contro lo Streptococco B. Alcuni sono in fase di sviluppo, ma una valutazione dell’impatto e del valore di un programma di vaccinazione globale potrebbe aiutare a comprendere gli effetti della futura introduzione di un vaccino efficace.
Lo Streptococco B è un batterio che può anche infettare le donne incinte e i loro bambini, causando sepsi e meningite nei neonati e talvolta portando a morte o disabilità. È collegato ad un aumento dei rischi di natimortalità e nascite pretermine. Ora che i vaccini in via di sperimentazione si stanno avvicinando all’approvazione, si ritiene necessaria una valutazione economica globale di un programma di immunizzazione globale che servirà a prendere decisioni importanti relative a investimenti nell’ulteriore sviluppo del vaccino, nonché a stabilire prezzi equi.
Simon Procter della London School of Hygiene & Tropical Medicine e il suo team di ricerca ha sviluppato un modello per valutare l’efficacia in termini di costi dei vaccini contro lo Streptococco B in 140 milioni di donne incinte in 183 paesi. Hanno utilizzato le recenti stime globali relative al carico sanitario dello Streptococco B nelle donne in gravidanza e nei loro figli e ai costi stimati per i sistemi sanitari, calcolando gli anni di vita persi a causa della mortalità infantile e della disabilità a lungo termine. Sulla base delle caratteristiche che un vaccino dovrebbe avere, indicate dall’Organizzazione mondiale della sanità, il team ha ipotizzato che si potrebbe prevenire l’infezione da Streptococco B nell’80% delle donne vaccinate e che sarebbero state vaccinate le donne che ricevono almeno quattro visite prenatali.
Ipotizzando un costo di 50 dollari a dose nei paesi ad alto reddito, 15 dollari nei paesi a reddito medio-alto e 3,50 dollari nei paesi a reddito medio-basso, i ricercatori hanno concluso che la vaccinazione potrebbe evitare 127mila casi di infezioni da Streptococco B infantili a esordio precoce e 87.300 a esordio tardivo, 31.100 decessi, 17.900 casi di compromissione dello sviluppo neurologico moderato e grave e un totale di 23mila nati morti. I ricercatori hanno anche stimato che un programma di vaccinazione a 1 dose potrebbe costare 1,7 miliardi di dollari a livello globale, generando un risparmio 385 milioni di dollari in costi sanitari. «Riducendo le infezioni gravi da Streptococco B – spiega Procter – un efficace vaccino materno distribuito in tutto il mondo potrebbe prevenire decine di migliaia di morti neonatali e nati morti ogni anno. I nostri risultati suggeriscono che la vaccinazione materna contro lo Streptococco B potrebbe essere economicamente vantaggioso nella maggior parte dei paesi e speriamo che ciò incoraggi gli ulteriori investimenti necessari per portare i vaccini sul mercato».
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