Celebrale, linfatico, sanguigno e bilioso, ecco i biotipi morfologici che la nutrizionista Serena Missori classifica e spiega nel suo libro ‘La dieta dei biotipi’: obiettivo rivoluzionare l’approccio alle diete
Stop al conteggio ossessivo delle calorie, basta con i sacrifici che minano il benessere emotivo, per arrivare in forma all’estate, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente, ecco i consigli della nutrizionista e diabetologa Serena Missori, autrice del libro ‘La dieta dei biotipi’, la cui prefazione è stata curata da Alessandro Gelli, docente di Eziologia, Psicofisiologia e gestione dello Stress. La dieta della nutrizionista (che è anche docente dei corsi di formazione realizzati dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione) è un approccio rivoluzionario che mette in discussione alcuni capisaldi delle diete tradizionali, mettendo al centro ‘il biotipo morfologico’ che caratterizza in maniera esclusiva ogni individuo. A spiegarci in cosa consiste l’innovativo regime alimentare è l’autrice, in occasione della presentazione del libro avvenuta ad Eataly e coordinata dal Direttore Editoriale di Sanità Informazione, Cesare Buquicchio.
In cosa consiste la dieta dei biotipi?
«La mia dieta consiste nel personalizzare, costruire su misura il regime alimentare adatto che non faccia percepire il senso di sacrificio. Il regime alimentare che consiglio tiene in considerazione l’assetto ormonale dell’individuo insieme al suo carico di stress. Di fatto, siamo tutti stressati e ognuno di noi vive la vita e tutte le vicissitudini in modo assolutamente differente, dunque il cibo che ingeriamo scatena delle reazioni per tutti diverse. Di base, la difformità sostanziale, che salta agli occhi, è l’aspetto costituzionale: ossatura, muscolatura, una conformazione fisica che dipende molto dalla genetica. Altro elemento fondante è l’ambiente in cui viviamo, come influisce l’ambiente sulla nostra corporatura? Come modifica il nostro assetto ormonale? Ebbene, in base appunto alla modalità di reazione che noi possiamo avere nei confronti del cibo, si possono identificare alcune disfunzioni ormonali, viscerali. Quindi va da sé che la stessa dieta uguale per tutti non fa contento assolutamente nessuno. E’ un po’ come un vestito che viene venduto nella grande distribuzione che deve star bene a tutte le persone di tutte le forme e di tutte le costituzioni: non sarà mai come un vestito di sartoria. Quindi la dieta in base al biotipo, la dieta dei biotipi, tiene in considerazione tutti questi fattori, fattori individuali».
Lei fa anche riferimento a questioni come lo stress, quant’è importante l’aspetto emotivo e psicologico per un effettivo dimagrimento, magari a lungo termine?
«Lo stress è fondamentale, o meglio la gestione dello stress è fondamentale. Perché? Ci sono alcune persone che corrispondono al ‘biotipo costituzionale cerebrale’ che sotto stress dimagriscono pur mangiando tanto: quindi per quella categoria di persone lo stress ha un effetto distruttivo. Ci sono invece persone che sotto stress vedono aumentare la produzione di cortisolo, che è l’ormone che ci fa resistere alle calamità, che ci fa resistere allo stress, ma che ci fa perdere peso, dunque queste persone dovranno imparare a gestire lo stress ovviamente in un modo assolutamente differente. Va da se che un piano dietetico ultra personalizzato assume un’importanza fondamentale per mettere in atto una serie di strategie per contrastare la somatizzazione del nervosismo che, non dimentichiamolo, contribuisce anche a fare altri danni: altera fortemente la flora batterica intestinale. Ormai sappiamo che il microbiota, appunto la flora batterica che abbiamo all’interno dell’apparato digerente, ci può condizionare, ci può addirittura influenzare la mente, i pensieri e lo stato d’animo».
Cosa pensa della preparazione dei medici relativamente allo stile alimentare? Pensa che dovrebbe esserci più formazione a riguardo?
«Ahimè penso male. Penso male ma perché è proprio il corso di studi di medicina che non consente di approfondire gli aspetti della nutrizione. Questo significa poi che lo specialista o il medico di medicina generale, deve per conto suo approfondire, studiare, formarsi ed informarsi. Questo perché? Fortunatamente la scienza va avanti. Un esempio banalissimo: fino a qualche tempo fa molte persone erano solite sostituire il pane con le gallette di riso. In un secondo momento è emerso che le gallette di riso possono essere tossiche, hanno un indice glicemico altissimo, fanno ingrassare più del pane e sono potenzialmente cancerogene. Ebbene, senza una corretta formazione si rischia di perpetuare con tanti errori. Un altro esempio, le uova: tantissimi medici continuano a dire che non si possono consumare più di due uova a settimana; sono più di 10 anni che oramai gli studi scientifici hanno dimostrato che in realtà le uova sono protettive, che non fanno aumentare il colesterolo, che sono ricche di vitamine, che ripuliscono le arterie. Quindi se non si approfondiscono queste tematiche, è difficile che riesca a stare al passo con i tempi».