Nell’Esecutivo Nazionale Pier Luigi Bartoletti, Nicola Calabrese, Fiorenzo Massimo Corti, Domenico Crisarà, Renzo Le Pera, Malek Mediati. L’Italia ha tra i più elevati tassi di lavoratori anziani in Europa. Ma aspettativa di vita degli italiani dopo i 50 anni è rappresentata da anni non in salute. Il Segretario Fimmg: « I medici di famiglia si candidano a essere i nuovi economisti di questo Paese»
Silvestro Scotti è stato riconfermato Segretario Generale Nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale. Il Presidente dell’OMCeO Napoli guiderà il sindacato per i prossimi 4 anni. Componenti dell’Esecutivo Nazionale e Vice Segretari Pier Luigi Bartoletti, Nicola Calabrese, Fiorenzo Massimo Corti, Domenico Crisarà, Renzo Le Pera, Malek Mediati. Segretario del Segretario Alessandro Dabbene. Giacomo Caudo è stato eletto presidente mentre Stefano Zingoni nominato presidente onorario della FIMMG.
Al Congresso è stato presentato anche uno studio della CGIA di Mestre su cronicità e invecchiamento attivo. L’aspettativa di vita degli anziani è progressivamente aumentata negli ultimi decenni e questo trend continuerà nei prossimi anni. L’Italia ha tra i più elevati tassi di lavoratori anziani in Europa. Allo stesso tempo una quota rilevante della aspettativa di vita degli italiani dopo i 50 anni è rappresentata da anni non in salute: il 42% per le donne e il 34% per gli uomini.
«Proteggere l’invecchiamento attivo dei pazienti vuol dire contribuire al mantenimento o meglio all’aumento del Pil – sottolinea il segretario nazionale della FIMMG Silvestro Scotti – I medici di famiglia si candidano a essere i nuovi economisti di questo Paese».
Dallo studio risulta che ci sono quindi più anziani al lavoro, ma più malati. La prevenzione, emerge dai dati, può avere un forte e rapido impatto su molte patologie croniche. Ma la corrispondente voce di spesa rappresenta una quota marginale del budget del sistema sanitario. La spesa sanitaria destinata alla prevenzione delle malattie rappresenta il 4,2% del totale.
Per Andrea Favaretto, direttore Centro studi sintesi di CGIA Mestre, «se si investisse in prevenzione nelle malattie croniche avremmo un enorme risparmio».
Il costo e la prevalenza delle malattie croniche sono in aumento tra le persone con età superiore ai 55 anni, così come la disabilità grave, con pesanti conseguenze per la sostenibilità del sistema. Ecco che assumono sempre più importanza le politiche attive di active ageing di prevenzione sanitaria come investimento non solo per il miglioramento dello stato di salute della popolazione, ma anche per lo sviluppo socioeconomico e per la sostenibilità dei sistemi sanitari.