Secondo un Rapporto dell’ECDC, tra il 2014 e il 2018 in otto paesi europei l’informazione e l’impegno contro l’antibiotico-resistenza hanno dato i primi frutti. I più usati restano gli antibiotici ACCESS, che secondo l’Oms devono arrivare al 60% del totale di consumo
Otto paesi europei in quattro anni hanno diminuito in maniera significativa l’uso di antibiotici. A dirlo è uno studio condiviso tra Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms ed ECDC (European centre of disease control). I dati provengono da 30 paesi della rete europea di sorveglianza del consumo di antibiotici (ESAC) e da 15 della rete AMC dell’Oms nell’arco di tempo 2014-2018.
Nel 2018 il consumo totale di antibiotici (calcolato in dosi giornaliere definite per 1000 abitanti) variava dall’8,9 in Azerbaigian al 34,1 in Grecia, con un maggiore consumo di penicilline e tetracicline, mentre risultava inferiore per cefalosporine e quinolone per i 26 paesi ESAC rispetto a quelli AMC.
L’acronimo AWaRE sta per Access, Watch e Reserve che sono le categorie nelle quali sono classificati gli antibiotici nella lista modello dell’Oms dei farmaci essenziali. Nella categoria ACCESS sono compresi gli antibiotici di scelta per le 25 infezioni più comuni. Questi farmaci dovrebbero essere sempre disponibili, ad un prezzo accessibile e di qualità certificata. La categoria WATCH include la maggior parte degli antibiotici importanti ad elevata priorità e criticità, per l’impiego sia sull’uomo che nella medicina veterinaria, raccomandati solo per indicazioni specifiche e limitate.
Gli antibiotici RESERVE dovrebbero essere usati come ultima risorsa, quando tutti gli altri antibiotici hanno fallito. Le prove scientifiche mostrano che per ottimizzare l’uso degli antibiotici e ridurre la resistenza, è necessario aumentare la proporzione degli antibiotici ACCESS ad almeno il 60% del consumo nazionale e ridurre l’uso di quelli a maggior rischio di sviluppo di resistenza delle categorie WATCH e RESERVE.
Nei paesi ESAC, per cui sono stati inclusi i dati ospedalieri, le formulazioni parenterali (iniezione, infusione o impianto) erano tra il 3,6% e il 23,9% del totale. Nei paesi AMC tra il 2,8% e il 40,1%. Gli antibiotici ACCESS rappresentano il 60% del consumo totale in 17 dei 29 paesi ESAC e in 3 dei 15 AMC. Gli antibiotici WATCH vanno dal 13% dell’Islanda al 61% della Slovacchia (ESAC) e dal 34% della Bosnia-Erzegovina al 69% dell’Uzbekistan (AMC). Invece gli antibiotici RESERVE sono sotto all’1% in tutti i paesi.
Nei quattro anni che separano 2014 e 2018, la diminuzione del consumo totale di antibiotici è stata rilevata in modo significativo in Danimarca, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito (ESAC). Secondo l’ECDC si tratta del risultato di programmi e impegno sull’uso prudente degli antibiotici. L’obiettivo Oms, che prevede che il 60% del consumo totale sia di antibiotici ACCESS, è stato raggiunto da 14 dei 29 paesi ESAC mentre solo da uno dei paesi AMC.
Anche in Italia, che afferisce alla rete ESAC, nei quattro anni esaminati si è rilevata una diminuzione sebbene non a livelli “significativi”. Da 24,5 dosi al giorno per 1000 abitanti si è scesi a 20,9 nel 2017, per poi risalire a 21,4 nell’anno successivo. Il nostro paese tuttavia non ha ancora raggiunto il risultato prescritto dall’Oms (60% di antibiotici ACCESS). Per ora gli ACCESS restano al 48%, sebbene ci sia stato un aumento rispetto al 46% calcolato nel 2014.
«Sebbene il consumo totale di antibiotici fosse simile nelle due reti – hanno detto gli autori – la distribuzione di questo consumo tra i diversi gruppi di antibiotici variava in modo sostanziale. Il maggiore consumo di antibiotici nel gruppo WATCH nei paesi della rete AMC Europa dell’OMS suggerisce opportunità per una migliore prescrizione. Diminuzioni significative del consumo di antibiotici in diversi paesi ESAC illustrano il valore di azioni sostenute per affrontare l’uso prudente degli antibiotici e della resistenza antimicrobica».
ECDC e gli autori dello studio hanno voluto ricordare che la resistenza agli antibiotici è una delle principali minacce esistenti per la salute pubblica. Ogni anno in Europa circa 33mila decessi sono dovuti alle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, 700mila a livello globale. Un uso prudente di questi farmaci deve essere la priorità per l’umanità ora e per il futuro.
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