Un articolo su “The Lancet Child and Adolescent Health” parla di una migliore risposta immunitaria dei più piccoli, che raramente contraggono una forma grave dell’infezione. Tra i ricercatori anche Giuseppe Ippolito e Franco Locatelli
Mentre gli adulti possono contrarre il Covid-19 in ogni forma, da quelle asintomatiche fino a quelle mortali, i bambini sembrano resistere alle manifestazioni più gravi della malattia. Forse proprio i più piccoli potrebbero rappresentare la chiave per sconfiggere il virus. Lo sottolinea un articolo pubblicato sul “The Lancet Child and Adolescent Health” da un gruppo di ricercatori italiani, tra cui figurano Giuseppe Ippolito dell’Istituto Spallanzani di Roma e Franco Locatelli dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
«I bambini sono più vulnerabili ad altre infezioni – si legge – quindi sorge la domanda importante: perché i bambini sono meno sensibili a Covid-19 rispetto agli adulti?». Per gli studiosi c’è un nuovo obbiettivo su cui focalizzare la ricerca: «Finora, non ci sono prove di un grado inferiore di espressione del recettore per Sars-Cov-2 (vale a dire Ace2) nei bambini. Pertanto, studiare il sistema immunitario innato dei bambini potrebbe essere la chiave per comprendere la protezione o la suscettibilità».
Dai primi studi in effetti una differenza emerge: «I nostri risultati preliminari nei bambini – scrivono i ricercatori – suggeriscono una risposta precoce delle cellule B policlonali con produzione di un numero considerevole di plasmablasti, principalmente di isotipo IgM». Negli adulti affetti da una forma grave di Covid-19 questa risposta non è stata osservata, mentre al contrario si rileva un impoverimento del compartimento delle cellule B.
Queste ultime, oltre che degli anticorpi, sono inoltre responsabili di secernere citochine, piccole proteine che danno specifici “ordini” alle cellule circostanti, come crescere, differenziarsi o morire. «Pertanto – si legge nell’articolo – la risposta immunitaria del bambino potrebbe avere la doppia funzione di esercitare una protezione e ridurre il danno tissutale immuno-mediato, in particolare nel polmone».
«L’evoluzione ha conferito un vantaggio di sopravvivenza ai bambini nella lotta contro agenti patogeni noti e sconosciuti»; nell’adulto anche se ben protetto intervengono fattori come «l’invecchiamento, la malnutrizione, l’immunosoppressione e gli stati di comorbilità, e il nostro sistema immunitario perde la capacità di adattarsi alle novità». In conclusione: «Sebbene i vaccini siano la strada da percorrere, in situazioni di emergenza come la pandemia Covid-19, l’indagine e l’uso di strumenti immunitari che la natura ha assegnato ai bambini potrebbe migliorare la gestione della malattia».
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