Uno studio condotto sull’uomo più forte del mondo, soprannominato “La Bestia” ha permesso di individuare una serie di insospettabili muscoli che spiegherebbero l’eccezionale forza di questa persona. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sul Journal of Applied Phisiology
Gli assidui frequentatori delle palestre sono soliti pensare che più peso si sollevi maggiore saranno i risultati in termine di volume e potenza muscolare per cosce i glutei. Ma ora, uno studio che ha coinvolto uno degli uomini più forti del mondo smentisce questa tesi, dimostrando che un insieme di tre muscoli lunghi e sottili della gamba, che in genere ricevono poca attenzione, potrebbe essere la chiave per una maggiore definizione e forza muscolare. A rivelarlo gli scienziati dell’Università di Loughborough, che hanno esaminato i tendini di Eddie Hall, un meccanico di camion dello Staffordshire soprannominato “La Bestia”, diventato l’uomo più forte del mondo nel 2017.
I risultati dello studio, riportati sul Journal of Applied Phisiology, hanno mostrato come dopo 15 anni di allenamento continuo, i muscoli lunghi e sottili delle sue gambe fossero fino a tre volte più grandi di quelli degli uomini che non svolgevano allenamenti di forza. Con loro sorpresa, i ricercatori hanno scoperto che questi muscoli, chiamati sartorio, gracile e semitendinoso, erano dal 140% al 202% più grandi in Hall rispetto agli uomini che non svolgono allenamenti di forza. Questi muscoli, noti come “tiranti”, hanno la funzione di stabilizzare il bacino e il femore. “Ci si aspetterebbe che una persona straordinariamente forte, come Eddie Hall, abbia muscoli molto grandi, e si può, in un certo senso, discernere questo aspetto guardandolo”, dice Jonathan Folland, professore presso la School of Sport, Exercise and Health Sciences della Loughborough University. “Ci aspettavamo che i grandi muscoli coinvolti nell’estensione del ginocchio e dell’anca avrebbero mostrato il maggiore sviluppo” dice. “Mentre questi muscoli erano certamente ben sviluppati, siamo rimasti sorpresi dal fatto che il maggior sviluppo muscolare era quello dei muscoli lunghi e sottili”, aggiunge.
“Questi muscoli (“tiranti”, ndr) sono stati oggetto di scarsa attenzione scientifica; quindi, non sappiamo quanto siano importanti nei diversi compiti”, dice Folland. “Ma scoprire che erano davvero molto sviluppati in una persona che ha trascorso decenni a sollevare e trasportare carichi pesanti, ed è molto brava a farlo, è stato davvero interessante”, aggiunge. “Il ruolo di questi muscoli è chiaramente molto più importante, per sollevare e trasportare carichi molto pesanti, di quanto pensassimo in precedenza”, specifica. Hall, che ha vinto il titolo di “Uomo più forte del mondo” nel 2017, deteneva anche il record di sollevamento di 500 kg fino a quando non è stato battuto dall’islandese Hafthor Julius Bjornsson nel 2020.
Per arrivare a questi risultati i ricercatori hanno invitato Hall a partecipare a una serie di test presso l’Università di Loughborough, tra cui la risonanza magnetica e le trazioni isometriche a metà coscia, un metodo affidabile per testare la forza massima senza eseguire un deadlift. L’obiettivo era quello di capire meglio quanto siano forti i muscoli delle persone di diverse popolazioni, dagli atleti estremamente forti come Hall a quelli deboli e fragili. I risultati di Hall sono stati confrontati con quelli di oltre 200 persone, tra cui atleti, persone che si allenavano regolarmente e individui non allenati. Dai test è emerso che la massa muscolare della parte inferiore del corpo di Hall era quasi il doppio di quella degli uomini non allenati, mentre i suoi muscoli quadricipiti, che si trovano nella parte anteriore della coscia, erano due volte più grandi.
Anche i muscoli del polpaccio, noti come flessori plantari, erano più grandi del 120% rispetto agli uomini non allenati. Il gruppo di ricerca ha anche scoperto che il tendine della rotula, il sottile tessuto flessibile a cui si attaccano i muscoli quadricipiti, era solo il 30% più grande, nonostante i quadricipiti fossero due volte più grandi, suggerendo che i muscoli sono molto più adattabili dei tendini con l’allenamento, secondo i ricercatori. “Altri muscoli, come quelli coinvolti nella flessione dell’anca, hanno mostrato solo un modesto sviluppo rispetto alle persone non allenate”, sottolineano gli scienziati. “È stato molto interessante imparare come reagiscono i muscoli e i tendini alle forze che ho esercitato sul mio corpo”, ha commentato Hall.
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