Dodici ragazzi autistici piemontesi hanno percorso 200 chilometri a piedi per raggiungere Roma ed incontrare il Papa. Un percorso difficoltoso sul piano fisico e psicologico condotto dal dottor Roberto Keller, direttore del centro regionale per i disturbi dello spettro autistico dell’Asl di Torino, per migliorare le loro relazioni sociali e l’autonomia. Il viaggio è diventato un film che sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 28 febbraio
Dodici ragazzi autistici piemontesi e un sogno: arrivare fino a Roma ed incontrare il Papa dopo aver percorso 200 chilometri a piedi lungo la via Francigena. Il cammino, partito da Proceno, alle porte del Lazio, fa parte di un ambizioso progetto, Con- Tatto, messo a punto dal dottor Roberto Keller, Direttore del Centro Regionale per i disturbi dello spettro autistico dell’Asl di Torino con la collaborazione del Rotary International Distretto 2031 ed è stato realizzato nella primavera del 2021 con lo scopo di far crescere in questi ragazzi le relazioni sociali e l’autonomia. «Il blu richiama il colore dell’autismo e “sul sentiero Blu” è un progetto volto a condurre un gruppo di persone autistiche lungo un cammino di oltre duecento chilometri, all’interno del quale inserire un progetto scientifico abilitativo volto a migliorare le loro competenze sociali». Molte le difficoltà incontrate, sul piano fisico e psicologico per questi dodici ragazzi che sono stati accompagnati da un gruppo di medici e educatori. «È stato impegnativo per tutti – puntualizza Keller -, per loro in particolare il fatto di affrontare un distacco dalla famiglia, un cambiamento rispetto alle abitudini e ai ritmi quotidiani è stato difficile, così come rivedere le modalità organizzative della giornata, hanno generato un grande cambiamento».
Un viaggio iniziato il 27 maggio 2021 e proseguito per 9 giorni con una troupe che li ha accompagnati facendo un’immersione nel mondo dell’autismo nel tentativo di abbattere pregiudizi e preconcetti che spesso circondano questi ragazzi. «La persona autistica ha una neuro diversità, ossia un modo di essere nel mondo che è meno comune rispetto alla popolazione generale e che comporta delle difficoltà nella comunicazione, nella interazione sociale, nella lettura e nella comprensione non verbale, oltre che nelle relazioni – spiega il direttore del centro regionale per i disturbi dello spettro autistico dell’Asl di Torino -. A questo si associa una tendenza a voler mantenere l’ambiente invariato, a portare avanti comportamenti ripetitivi e interessi ristretti e ben codificati, oltre ad avere una particolare abilità sensoriale agli stimoli dei cinque sensi. Quindi una vita programmata nei dettagli è andata ad impattare su un cammino ricco di novità e imprevisti con persone diverse e poco conosciute. Il risultato è stato sorprendente».
«Durante il cammino abbiamo fatto un lavoro per abilitarli nelle competenze sociali con una tecnica che si chiama Social skill training che di solito si fa in ambulatorio – aggiunge Keller -. Abbiamo invece voluto metterla nelle 24 ore della vita vera, questa è stata la sfida scientifica. Il livello successivo prevede di inserirli in gruppi con persone non autistiche, facendo un cammino con ragazzi di altre associazioni e poi ci sarà un altro livello con il quale li abitueremo a lavorare insieme su un progetto per raggiungere un risultato».
Amicizia, solidarietà, condivisione di momenti e di pensieri sono alcuni degli obiettivi raggiunti durante il viaggio e raccontati nel docufilm che ha saputo cogliere anche momenti personali, pianti liberatori, paure e riflessioni dei protagonisti. «Durante una salita due ragazzi hanno iniziato a recitare in coppia un brano tratto dal film Disney “Il re leone”, un aneddoto divertente, ma anche istruttivo – racconta Keller – che ha saputo mettere a nudo i sentimenti, oltre ad una abilità mnemonica impressionante. Proprio per cercare di aiutare loro nel cammino, li abbiamo preparati per oltre un anno. Hanno imparato a stare insieme e ad affrontare il viaggio con un preparatore atletico che ne ha messo a punto l’aspetto posturale. Quindi si sono conosciuti piano piano e devo dire che abbiamo visto una grande differenza: durante la preparazione erano isolati, ognuno per conto proprio; invece, nel cammino si è creato un vero gruppo, una interazione, una comunità viaggiante, un forte legame tra tutti. Sono cambiati nell’autonomia quotidiana, nella capacità di relazionarsi tra di loro e si è creata un’amicizia che continua anche oggi a distanza di mesi». Dal 28 febbraio “Sul sentiero blu” sarà nelle sale italiane con Wanted Cinema in collaborazione con CAI (Club Alpino Italiano) e con la regia di Gabriele Vacis.
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