Salute 23 Febbraio 2022 15:19

“Sul sentiero blu”, in viaggio lungo la via Francigena per superare le barriere dell’autismo

Dodici ragazzi autistici piemontesi hanno percorso 200 chilometri a piedi per raggiungere Roma ed incontrare il Papa. Un percorso difficoltoso sul piano fisico e psicologico condotto dal dottor Roberto Keller, direttore del centro regionale per i disturbi dello spettro autistico dell’Asl di Torino, per migliorare le loro relazioni sociali e l’autonomia. Il viaggio è diventato un film che sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 28 febbraio

Dodici ragazzi autistici piemontesi e un sogno: arrivare fino a Roma ed incontrare il Papa dopo aver percorso 200 chilometri a piedi lungo la via Francigena. Il cammino, partito da Proceno, alle porte del Lazio, fa parte di un ambizioso progetto, Con- Tatto, messo a punto dal dottor Roberto Keller, Direttore del Centro Regionale per i disturbi dello spettro autistico dell’Asl di Torino con la collaborazione del Rotary International Distretto 2031 ed è stato realizzato nella primavera del 2021 con lo scopo di far crescere in questi ragazzi le relazioni sociali e l’autonomia. «Il blu richiama il colore dell’autismo e “sul sentiero Blu” è un progetto volto a condurre un gruppo di persone autistiche lungo un cammino di oltre duecento chilometri, all’interno del quale inserire un progetto scientifico abilitativo volto a migliorare le loro competenze sociali». Molte le difficoltà incontrate, sul piano fisico e psicologico per questi dodici ragazzi che sono stati accompagnati da un gruppo di medici e educatori. «È stato impegnativo per tutti – puntualizza Keller -, per loro in particolare il fatto di affrontare un distacco dalla famiglia, un cambiamento rispetto alle abitudini e ai ritmi quotidiani è stato difficile, così come rivedere le modalità organizzative della giornata, hanno generato un grande cambiamento».

Un anno per preparare il viaggio

Un viaggio iniziato il 27 maggio 2021 e proseguito per 9 giorni con una troupe che li ha accompagnati facendo un’immersione nel mondo dell’autismo nel tentativo di abbattere pregiudizi e preconcetti che spesso circondano questi ragazzi. «La persona autistica ha una neuro diversità, ossia un modo di essere nel mondo che è meno comune rispetto alla popolazione generale e che comporta delle difficoltà nella comunicazione, nella interazione sociale, nella lettura e nella comprensione non verbale, oltre che nelle relazioni – spiega il direttore del centro regionale per i disturbi dello spettro autistico dell’Asl di Torino -. A questo si associa una tendenza a voler mantenere l’ambiente invariato, a portare avanti comportamenti ripetitivi e interessi ristretti e ben codificati, oltre ad avere una particolare abilità sensoriale agli stimoli dei cinque sensi. Quindi una vita programmata nei dettagli è andata ad impattare su un cammino ricco di novità e imprevisti con persone diverse e poco conosciute. Il risultato è stato sorprendente».

Social skill training in cammino

«Durante il cammino abbiamo fatto un lavoro per abilitarli nelle competenze sociali con una tecnica che si chiama Social skill training che di solito si fa in ambulatorio – aggiunge Keller -. Abbiamo invece voluto metterla nelle 24 ore della vita vera, questa è stata la sfida scientifica. Il livello successivo prevede di inserirli in gruppi con persone non autistiche, facendo un cammino con ragazzi di altre associazioni e poi ci sarà un altro livello con il quale li abitueremo a lavorare insieme su un progetto per raggiungere un risultato».

Obiettivi raggiunti: socialità, amicizia, legami

Amicizia, solidarietà, condivisione di momenti e di pensieri sono alcuni degli obiettivi raggiunti durante il viaggio e raccontati nel docufilm che ha saputo cogliere anche momenti personali, pianti liberatori, paure e riflessioni dei protagonisti. «Durante una salita due ragazzi hanno iniziato a recitare in coppia un brano tratto dal film Disney “Il re leone”, un aneddoto divertente, ma anche istruttivo – racconta Keller – che ha saputo mettere a nudo i sentimenti, oltre ad una abilità mnemonica impressionante. Proprio per cercare di aiutare loro nel cammino, li abbiamo preparati per oltre un anno. Hanno imparato a stare insieme e ad affrontare il viaggio con un preparatore atletico che ne ha messo a punto l’aspetto posturale. Quindi si sono conosciuti piano piano e devo dire che abbiamo visto una grande differenza: durante la preparazione erano isolati, ognuno per conto proprio; invece, nel cammino si è creato un vero gruppo, una interazione, una comunità viaggiante, un forte legame tra tutti. Sono cambiati nell’autonomia quotidiana, nella capacità di relazionarsi tra di loro e si è creata un’amicizia che continua anche oggi a distanza di mesi». Dal 28 febbraio “Sul sentiero blu” sarà nelle sale italiane con Wanted Cinema in collaborazione con CAI (Club Alpino Italiano) e con la regia di Gabriele Vacis.

 

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