Tamponi e dark web, il presidente di Federfarma: «Si auspica che l’abbattimento delle richieste di test antigenici metta un freno anche al mercato nero per il commercio dei test antigenici e al rilascio di certificati verdi “falsi”»
È cominciato il conto alla rovescia: pochi giorni e il “lasciapassare verde” sarà una prerogativa di vaccinati e guariti dal Covid-19. Con l’arrivo del super green pass spariranno pure le lunghe code in farmacia per effettuare il tampone antigenico (cosiddetto rapido), finora sufficiente ad accedere, per le 48 ore successive, a locali ed eventi. In queste ore, quindi, le farmacie di tutta Italia si stanno riorganizzando affinché la forza lavoro finora impiegata per eseguire i tamponi possa essere dirottata verso altre iniziative, sempre a contrasto della pandemia.
«La nostra categoria professionale si è resa immediatamente disponibile ad effettuare tamponi, ma non è che ne fosse mai stata entusiasta – dice Marco Cossolo, presidente di Federfarma -. Tuttavia, il nostro impegno è stato reale: il numero di test antigenici eseguiti in un solo giorno ha toccato quota un milione. Ovviamente, la nostra speranza è sempre stata quella che le persone scegliessero di sottoporsi al vaccino, piuttosto che eseguire continui tamponi per il rilascio del green pass. Ora, finalmente, dal 6 dicembre, quando ci sarà un effettivo calo delle richieste di test antigienici, potremmo dedicare in modo prioritario gli spazi disponibili all’interno delle nostre farmacie alla creazione di presidi vaccinali anti-Covid».
Diverse Regioni, prime fra tutte il Piemonte ed il Lazio, si sono già attrezzate anche per offrire la dose booster. E considerando che questa settimana le somministrazioni di prime dosi sono aumentate del 40% rispetto a sette giorni fa, riconvertire gli spazi dedicati ai tamponi nelle farmacie a presidi vaccinali appare ancora più urgente.
Tuttavia, è prevedibile che nonostante le ripetute raccomandazioni a sottoporsi al vaccino, la circolazione della nuova variante Omicron e la previsione di un esponenziale aumento del numero di contagiati, i no vax non spariranno nel nulla. Ci sarà chi continuerà ad effettuare tamponi (oltre ai possibili contagiati) per accedere al vecchio green pass che pur non consentendo di partecipare alla vita sociale, servirà per andare a lavoro o, solo in zona bianca, per accedere a trasporti, ristoranti, palestre e piscine.
«Speriamo – aggiunge Cossolo – che l’abbattimento delle richieste di tamponi metta un freno anche al mercato nero e al dark web per il commercio dei test antigenici per il Covid-19». Il presidente di Federfarma è intervenuto più volte sulla vicenda sottolineando la non affidabilità dei test venduti online e dei green pass rilasciati “a distanza”. Tra i casi più eclatanti quello raccontato a “Striscia la notizia” di un sito estero che offre il green pass europeo online: basta acquistare il test sierologico antigenico in farmacia oppure su Internet, registrarsi sul sito pagando circa dieci euro e collegarsi in videochiamata con un medico, o presunto tale, che risponde dalla Repubblica Ceca.
«Questi test – sottolinea Cossolo – non offrono nessuna garanzia. Il fai-da-te non assicura la corretta esecuzione del test e i controlli sanitari, per la produzione e la vendita, effettuati in questi Paesi sono lontanissimi dagli standard italiani. Sgombrando il campo dai test salivari antigenici che non sono utili al rilascio del green pass è bene affidarsi ai test antigienici oro-faringei eseguiti in farmacia o nei laboratori che, se effettuati correttamente, hanno dei tassi di affidabilità notevole, tanto da aver contribuito in modo importante alla tracciatura. Oppure – conclude Cossolo – ai molecolari, certi nell’oltre il 90% dei casi, quindi ancora più efficaci, ma eseguibili solo presso laboratori specializzati».
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