Terza dose dopo cinque mesi, si va verso la riduzione della durata del green pass a nove mesi per i vaccinati. Le nuove restrizioni saranno decise entro giovedì, molti i nodi ancora da sciogliere
Un “super Green pass” per salvare il Natale e la stagione invernale. Un aggiornamento delle condizioni necessarie per entrare in possesso della certificazione verde che vuole premiare i cittadini vaccinati e spronare ulteriormente chi ancora resiste e va avanti a suon di tamponi.
La richiesta avanzata dalle Regioni al Governo è quella di stringere le maglie del pass, diminuendo ancora di più i margini d’azione dei no vax. Si va dunque verso un sostanziale lockdown per i non vaccinati, in quanto non potranno andare al ristorante né vedere un film al cinema, non uno spettacolo teatrale ma nemmeno concerti, per non parlare dell’attività fisica, con palestre e piscine al chiuso che diventeranno off limits. Il tampone non basterà più, dunque, per condurre una vita “normale” per almeno 48 ore. Servirà solo per andare al lavoro.
La linea portata avanti dalle Regioni nel corso del vertice con il Governo, al quale hanno partecipato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, il Ministro della Salute Roberto Speranza e la Ministra degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, è quella di usare il pugno duro e farlo il prima possibile, visto che i contagi sono aumentati vistosamente negli ultimi tempi, la situazione nel resto d’Europa è addirittura peggiore e il rischio concreto nel nostro Paese è quello di vedere ricolorarsi a breve le Regioni di giallo, arancione e rosso.
Obiettivo: scongiurare lockdown per tutti come quelli che un anno fa hanno condizionato negativamente sia le festività natalizie che la stagione turistica invernale. Unica “spaccatura” nella linea comune è quella tra Regioni che vogliono applicare le misure più stringenti solo alle zone gialla, arancione e rossa e quelle che vorrebbero invece valessero anche per la bianca. Chiesto anche il ritorno dell’obbligo di mascherina all’aperto, ma la decisione non è ancora stata presa.
Fonti di discussione anche l’obbligo vaccinale per alcune categorie e la durata della validità dei tamponi. Diversi governatori chiedono che la durata del green pass sia ridotta dai 12 ai 9 mesi, o addirittura a 6. Si dibatte anche sull’attendibilità dei test rapidi e sulla loro durata, che potrebbe scendere da 72 a 48 ore per i molecolari e da 48 a 24 per gli antigenici.
Dopo il parere positivo del Cts di Aifa e con la ripresa della curva epidemica l’intervallo minimo previsto per la somministrazione della dose “booster” è aggiornato a cinque mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato. La dose di richiamo prevede un vaccino a m-RNA per le categorie alle quali è già raccomandata (anche i vaccinati con una unica dose di vaccino Janssen) e nei dosaggi autorizzati per la stessa (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty di Pfizer/BioNTech; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax di Moderna). È possibile ricevere, nella stessa seduta vaccinale, un vaccino anti-Covid sia primario che di richiamo e un vaccino antinfluenzale, nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale.
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