Via libera al decreto, dopo una maratona di 48 ore, da parte della commissione Affari sociali. Ora il provvedimento è atteso in Aula alla Camera per lunedì 6 settembre. Il test salivare molecolare, da effettuare sempre nelle 48 ore precedenti, garantisce una metodologia meno invasiva di test. L’estensione della validità sarà valida per vaccinati con doppia dose e guariti che hanno effettuato una sola dose
Dopo due giorni di discussione, il decreto Green Pass raccoglie il via libera della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati. Un esame che ha rischiato di mandare in frantumi la maggioranza, dopo il voto della Lega con le opposizioni per la soppressione del certificato che ha innescato uno scontro tra Matteo Salvini ed Enrico Letta, oltre all’irritazione del premier Mario Draghi. L’esecutivo però va avanti e lunedì il provvedimento sarà in Aula, dove non si esclude l’apposizione del voto di fiducia.
Il Green Pass, però, cambia pelle dopo il passaggio in commissione. Due le modifiche più significative: in primis l’estensione della durata a 12 mesi (dai 9 iniziali) e poi l’introduzione dei test salivari molecolari per ottenere la certificazione, caldeggiata da Lega e MoVimento Cinque Stelle.
Il test salivare molecolare, da effettuare sempre nelle 48 ore precedenti, garantisce una metodologia meno invasiva di test, ma occorrono sempre 24 ore per avere il risultato, a differenza del test salivare antigenico che invece sarà usato per gli screening di massa nelle scuole come stabilito dalla Conferenza delle Regioni.
La proroga sarà valida anche per i guariti che hanno effettuato una monodose di vaccino, mentre restano nel limbo i guariti non ancora vaccinati: per loro la validità del Green Pass resta di sei mesi, ma hanno tempo fino a 12 mesi dalla guarigione per effettuare il vaccino. Una scelta che ha provocato il disappunto del Coordinamento Operativo Guariti Covid che spiega: «Gli oltre sei milioni di guariti sembrano sempre più scomparire dai radar e dalla memoria della politica, nel momento in cui invece gli ultimi studi pubblicati dimostrano una immunità di lungo corso per i guariti che anche a distanza di un anno dal Covid hanno un elevato titolo anticorpale».
Altra modifica importante riguarda il prolungamento dei prezzi calmierati per i tamponi in farmacia dal 30 settembre al 30 novembre: i ragazzi dai 12 ai 18 anni continueranno a pagare 8 euro, mentre gli adulti 15 euro.
Cambiano anche le regole per sagre e cerimonie: le persone munite di Green pass potranno accedere liberamente alle feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose (ipotesi non prevista nel testo iniziale del decreto). Al contempo, ai minori di 12 anni che parteciperanno a matrimoni e comunioni non sarà più richiesto il Green Pass.
Per l’accesso alle prestazioni di Pronto soccorso, sarà obbligatorio sottoporsi a un test antigenico o molecolare. E, con un emendamento della presidente della commissione Affari sociali Marialucia Lorefice, si punta a rendere effettive le visite dei parenti ai familiari ricoverati con prescrizioni puntuali in capo alla dirigenza sanitaria delle strutture: in particolare viene stabilito che è compito delle direzioni sanitarie garantire la possibilità di visita da parte di familiari muniti di certificato Covid con cadenza giornaliera. Inoltre deve essere consentito ai familiari muniti di Green Pass di prestare assistenza quotidiana nel caso in cui la persona ospitata sia non autosufficiente.
Bocciati invece, con disappunto anche di diversi esponenti della maggioranza, gli emendamenti che puntavano a prorogare alcune fondamentali misure a favore dei lavoratori fragili, immunodepressi o con patologie incompatibili con la vaccinazione e, in generale, più a rischio di fronte ad un’infezione da Covid-19: il MEF ha fatto sapere che non ci sono le risorse e così il parere del governo è stato negativo.
Nonostante le tensioni della maggioranza, alla fine le modifiche introdotte hanno trovato largo consenso tra le forze politiche. Anche la Lega, che pure continua a chiedere la gratuità dei tamponi, alla fine ha sottolineato, attraverso la capogruppo Rossana Boldi, che «si tratta di misure di buonsenso che tutelano la salute senza che a pagarne le spese siano ancora gli italiani, dopo due anni di privazioni e difficoltà».
Secondo Elena Carnevali, capogruppo in commissione Affari sociali del Partito democratico, l’estensione a 12 mesi del Green Pass potrà essere «un incentivo per coloro che in questo momento sono scettici». Angela Ianaro, del MoVimento Cinque Stelle, salute le modifiche come «una vittoria della scienza e del buon senso».
Critici invece gli esponenti di Fratelli d’Italia: la capogruppo Maria Teresa Bellucci contesta in particolare la bocciatura dell’emendamento volto ad introdurre un indennizzo dedicato al risarcimento di coloro che riportano menomazioni permanenti dell’integrità psico-fisica a causa della vaccinazione contro il Covid-19.
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