Salute 13 Gennaio 2022 10:00

Tamponi, l’epidemiologo Ciccozzi boccia quelli “fai da te”

«Nel 50% dei casi genera un falso negativo e questo crea confusione oltre che diffusione del virus. Il tampone antigenico serve solo per screening, in caso di sintomi meglio il molecolare»
Tamponi, l’epidemiologo Ciccozzi boccia quelli “fai da te”

È record di tamponi in Italia, abbondantemente sopra il milione, ma nonostante le quarantene fiduciarie, le mascherine FPP2 e i vaccini, la curva dei contagi cresce ancora. Come è possibile che il virus circoli ancora con tanta virulenza? L’abbiamo chiesto a Massimo Ciccozzi, epidemiologo, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma.

Professore, quanto sono attendibili i tamponi fai da te?

«Spesso generano un falso negativo e questo crea confusione oltre che diffusione del virus».

Quando è utile farli e quando invece evitarli?

«Il fai da te equivale al lancio di una monetina, è come sfidare la sorte hai un 50% di probabilità di avere la risposta corretta per due ragioni: se viene fatto troppo presto non rileva il virus e se viene fatto in maniera troppo superficiale, senza andare bene a fondo della narice, rischia di dare un falso negativo. Questi due elementi mi portano a dire che i tamponi fai da te hanno un 50%  di inattendibilità».

Poi ci sono i test antigenici rapidi fatti in farmacia… sono più efficaci?

«Quelli generano dal 30 al 40% dei falsi negativi. Ancora troppi per essere usati come mezzo di contrasto alla diffusione del virus».

Non ci resta dunque che il tampone molecolare…

«La buona norma dice che quella è la strada maestra da seguire, ma ovviamente non è possibile far fare tamponi molecolari a tutti coloro che hanno avuto contatti con un positivo, si intaserebbero ospedali e laboratori».

Quindi meglio optare per la soluzione ipotizzata in Spagna?

«La scelta più opportuna è di fare il tampone diagnostico quando si hanno i sintomi, altrimenti in caso di contatti con un positivo utilizzare la mascherina FPP2 che riduce allo 0,1 il rischio di contagio».

Quando usare i tamponi fai da te e antigenico?

«Il primo è sconsigliato, il tampone rapido invece è a basso costo, permette di avere una risposta in quindici minuti e non intasa gli ospedali, sarebbe da fare solo in funzione di uno screening, in una comunità chiusa».

Ad esempio?

«In una scuola con un bacino di mille bambini, il tampone rapido, che ha una attendibilità del 60%, potrebbe dare delle indicazioni di massima sullo stato dell’epidemia. Per lo screening vanno bene, per una certificazione di malattia no. Non ha senso».

Eppure, oggi per uscire da una quarantena da Covid è sufficiente la negatività di un tampone antigenico…

«Il virus in questo modo non rallenta».

Cosa fare per fermarlo?

«La soluzione è usare la mascherina FPP2 e se ci pensiamo bene abbiamo sempre combattuto con la mascherina. Poi col tempo si fermerà da solo. Diventerà un banale coronavirus umano, simile come sintomatologia ad una influenza».

Quanto ci vorrà?

«Non lo sappiamo, Molto dipende dai vaccini. Se in tutti i Paesi del mondo si raggiungesse la quota di 60% di vaccinati, il virus sparirebbe in un niente, ma il risultato è difficile e allora dobbiamo aspettare che lui si adatti a noi».

 

 

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