Quasi 18 mila i tamponi rapidi effettuati dai medici di famiglia piemontesi, 11.600 nel Lazio, 7 mila in Campania. Il Direttore scientifico dell’Osservatorio Motore Sanità: «Lo screening funziona a macchia di leopardo»
«Lo screening del Covid-19 proposto a medici di famiglia e pediatri sta funzionando a macchia di leopardo». Claudio Zanon, Direttore scientifico dell’Osservatorio Motore Sanità, sta seguendo la vicenda da mesi. Ad ottobre il ministro della Salute Roberto Speranza annunciava un piano sostanzioso (30 milioni di euro) per consentire ai medici di famiglia e ai pediatri di eseguire 2 milioni di tamponi antigenici, circa 50 mila al giorno.
Non tutti i medici accolsero la notizia nello stesso modo, molti sindacati sollevarono criticità logistiche: fare tamponi in studi siti in palazzi privati è un problema, «nei condomìni ci sarà una rivolta», sosteneva l’Ordine dei Medici di Milano. I percorsi separati Covid e non Covid possono essere complicati da gestire negli studi privati (spesso appartamenti in palazzi privati) dei medici di base. Inoltre, scarseggerebbero i DPI – dispositivi di protezione individuali – adeguati come le mascherine Ffp3. I medici da allora si sono spaccati in pro e contro, un’onda lunga che ancora oggi è viva nella categoria.
Da allora come è andata effettivamente? Sanità Informazione ha mappato 3 regioni simbolo, da nord a sud, attraverso l’analisi dei tabulati di Piemonte, Lazio e Campania, per capire se l’operazione abbia raccolto adesioni da parte dei medici di medicina generale.
In Piemonte, la regione registra 17.897 tamponi antigenici eseguiti dai medici di medicina generale, al 10 gennaio. Questi sono i dati che ci fornisce l’assessorato alla Sanità guidato da Luigi Icardi.
Nel Lazio, i test antigenici eseguiti sono 11.594. L’assessore alla Sanità del Lazio – Alessio D’Amato – ad inizio campagna di screening (16 novembre) aveva dichiarato: «Stanno distribuendo i primi 50 mila test – dei 200 mila previsti – con i relativi dispositivi di protezione individuale».
Stessa inerzia vale per la Campania, secondo Giuseppina Tomassielli, dell’Unità di Crisi Covid della regione guidata da De Luca: «Qui ci sono 4.200 medici di medicina generale, suddivisi in 180 AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali). Di questi medici il 95% ha aderito alla campagna di screening». Il numero dei test antigenici eseguiti in regione «sono circa 7 mila dai Mmg».
Allo stato attuale «l’obiettivo posto di raggiungere lo screening di massa in tutta Italia da parte di tutti i medici di medicina generale non è stato raggiunto», conclude Claudio Zanon.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato