A mettere in guardia sui potenziali rischi infettivi di tatuaggi e trucco permanente sono gli autori di uno studio pubblicato su ‘Applied and Environmental Microbiology’, rivista della Società americana di microbiologia
Oltre un inchiostro su tre di quelli disponibili in commercio ed utilizzati per tatuaggi e trucco permanente contengono batteri, causando un rischio infettivo. In particolare, si tratta di batteri sia aerobi, ovvero che necessitano di ossigeno per proliferare, che anaerobi, quelli che si replicano facendone a meno e che possono essere presenti nei flaconcini di colore ancora sigillati. A mettere in guardia sui potenziali rischi infettivi di tatuaggi e trucco permanente sono gli autori di uno studio pubblicato su ‘Applied and Environmental Microbiology’, rivista della Società americana di microbiologia. “La crescente popolarità del tatuaggio negli ultimi anni ha coinciso con un aumento delle complicanze o delle reazioni avverse associate” a questa pratica, avverte Seong-Jae (Peter) Kim, microbiologo della Food and Drug Administration, autore corrispondente dello studio.
Questa ricerca è la prima ad “indagare la presenza di batteri anaerobi negli inchiostri per tatuaggi commerciali”, spiegano gli studiosi.Gli scienziati hanno testato 75 inchiostri per tattoo di 14 produttori. Mescolando 1-2 grammi di soluzione colorata con specifici terreni di coltura, e cambiando il contesto di incubazione (con ossigeno o senza), hanno cercato batteri sia aerobi che anaerobi, trovandoli: “Circa il 35% degli inchiostri per tatuaggi o make-up permanente venduti negli Usa erano contaminati da batteri”, riportano i ricercatori. “Entrambi i tipi, aerobi e anaerobi, possono contaminare gli inchiostri“, evidenzia Kim, che precisa: “Non c’era alcun collegamento chiaro tra l’etichetta che dichiarava la sterilità del prodotto e l’effettiva assenza di contaminazione batterica”.
“I nostri risultati – rimarca in particolare l’autore – rivelano che gli inchiostri per tatuaggi non aperti e sigillati possono ospitare batteri anaerobi, noti per prosperare in ambienti a basso contenuto di ossigeno come lo strato dermico della pelle, insieme a batteri aerobi. Ciò suggerisce che gli inchiostri contaminati potrebbero essere una fonte di infezione da entrambi i tipi di batteri. I risultati sottolineano l’importanza di monitorare questi prodotti sia per i batteri aerobi sia per quelli anaerobi, compresi microrganismi potenzialmente patogeni”. Kim ricorda che “le infezioni microbiche rappresentano solo un aspetto delle complicazioni” che si rischiano con tatuaggi o trucco indelebile, ‘inciso’ sulla pelle.
Anche “le complicanze immunologiche, come risposte infiammatorie e ipersensibilità allergica, nonché reazioni di tossicità, costituiscono una componente significativa” dei possibili ‘effetti collaterali’. “Alla luce dei risultati del nostro studio, vogliamo sottolineare l’importanza del monitoraggio continuo di questi prodotti per garantire la sicurezza microbica degli inchiostri per tatuaggi”, insiste l’esperto Fda, in forze nella Divisione di Microbiologia del Centro nazionale per la ricerca tossicologica di Jefferson, Arkansas.
Kim e colleghi continueranno a lavorare in due direzioni. Da un lato intendono sviluppare tecniche di rilevamento microbico più efficienti da applicare agli inchiostri per tattoo, rendendo il processo di analisi più rapido, accurato e meno dispendioso in termini di manodopera. Condurranno inoltre una ricerca sistematica per approfondire la comprensione della contaminazione microbica negli inchiostri per tatuaggi e trucco permanente. Ciò includerà lo studio della presenza, della co-presenza e della diversità dei contaminanti microbici, punto di partenza essenziale per prevenirli.
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