Salute 5 Febbraio 2019 11:35

Tecnici di laboratorio, Sergio Bernardini (Sibioc): «Investimenti in medicina di precisione o presto dovremo mandare all’estero i campioni biologici»

Il presidente della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare: «Vanno anche rivisti i programmi di formazione delle lauree triennale e delle specializzazioni in medicina di laboratorio ma fondamentale è l’investimento in nuove strumentazioni». Sul nuovo Ordine delle professioni sanitarie: «È un’opportunità perché l’Ordine assicura l’accreditamento dei professionisti, tutela la professione dalla possibilità di situazioni poco trasparenti e soprattutto dà grande dignità alla professione»

Tecnici di laboratorio, Sergio Bernardini (Sibioc): «Investimenti in medicina di precisione o presto dovremo mandare all’estero i campioni biologici»

I progressi nella tecnologia stanno rivoluzionando tutti gli ambiti della medicina. È così anche i laboratori di analisi diventano delle piccole sale ‘spaziali’ dove l’interazione con il mezzo tecnologico è ormai sempre più all’ordine del giorno. Il tecnico di laboratorio è dunque una di quelle professioni destinata a trasformarsi con gli avanzamenti tecnologici. Ne abbiamo parlato con il professore Sergio Bernardini, docente di biochimica clinica all’Università Tor Vergata di Roma e presidente della Sibioc, Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare. «Il tecnico di laboratorio è destinato ad avere un ruolo importante nello sviluppo della medicina di precisione», sottolinea Bernardini a Sanità Informazione, che però mette in guarda i decisori politici sulla necessità di investire nel settore: «La medicina di precisione non è una medicina che costa meno perché è precisa ma è una medicina basata su tecnologie molto avanzate. Questo significa che sono necessari grandi investimenti sia in tecnologie, sia in formazione», sottolinea il presidente Sibioc che poi giudica positivamente l’istituzione del maxi ordine delle professioni sanitarie TSRM e PSTRP. «L’Ordine – aggiunge Bernardini – assicura comunque l’accreditamento dei professionisti, tutela la professione dalla possibilità di situazioni poco trasparenti ma soprattutto dà grande dignità alla professione del tecnico di laboratorio».

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Presidente, di cosa si occupa la Sibioc?

«La Sibioc è la società italiana di Medicina di Biochimica clinica e medicina di laboratorio. È molto importante questa seconda parte della definizione, medicina di laboratorio, perché chiaramente si sta andando verso una confluenza dei vari settori, delle varie discipline comprese in questo termine: quindi dalla chimica clinica all’allergologia, l’immunologia, l’ematologia, la citofluorimetria, la microbiologia, la virologia. Il trend è ormai quello, una confluenza delle varie discipline dentro un unico contenitore che è quello della medicina di laboratorio. Non solo confluenza delle discipline ma confluenza anche delle competenze nel senso che ormai la distinzione tra il biologo, il chimico, il medico, il tecnico di laboratorio arrivano a far parte di un unico team che lavora in modo armonico quindi non si tratta più di distinguere tra le competenze: esistono per far sì che si realizzi un processo armonico tra le attività di tutte queste persone. Diciamo che i confini tra le discipline tendono a scomparire anche per via dei nuovi modelli organizzativi: il fatto che il laboratorio analisi vive ormai su dei percorsi di automazione totale e lì sono presenti quelle che un tempo erano le diverse sezioni di un laboratorio analisi, sempre più open space, strumentazioni che sono in grado di affrontare problematiche di microbiologia, di biochimica clinica, di biologia molecolare tutte unite in un’unica strumentazione, in un unico processo organizzativo».

Com’è cambiato il ruolo del tecnico di laboratorio grazie alle nuove tecnologie?

«Prima il tecnico di laboratorio lavorava, come si dice, sul bancone. Inoltre, se ci si pensa, la struttura architettonica di un laboratorio era fatta da piccole stanze e diversi banconi e si calcolava proprio la distanza tra due banconi con lo spazio di movimento di due persone che lavoravano l’uno alle spalle dell’altro. Adesso è completamente rivoluzionata l’architettura dei laboratori con questi grandi open space ma anche il ruolo del tecnico che diventa un controllore dei processi più che una persona che lavora su un bancone perché la grande maggioranza delle analisi sono automatizzate se non robotizzate con questi robot statici, le catene. Ma a breve arriveranno anche dei robot dinamici che saranno capaci di movimento lungo le catene automatizzate. Quindi un lavoro molto meno manuale, molto più interessante dal punto di vista della gestione dei processi».

Un approccio multidisciplinare è sempre più essenziale. La creazione dell’Ordine di tutte le professioni sanitarie è una opportunità o no?

«Per me è una opportunità perché l’Ordine assicura comunque l’accreditamento dei professionisti, tutela la professione dalla possibilità di situazioni poco trasparenti ma soprattutto dà grande dignità alla professione del tecnico di laboratorio che appunto diventa una professione ordinistica. È chiaro che dovremo tutti insieme, su questo Sibioc, Antel e altre associazioni dei tecnici di laboratorio dovranno lavorare insieme, rivedere attentamente le competenze. Perché è chiaro che nel momento in cui c’è un passaggio all’Ordine come per qualsiasi ordine professionale ci sarà una tutela della professione e un incontro con le altre professioni che implica una nuova definizione delle competenze. Questo è un tavolo che noi Sibioc abbiamo già aperto con Antel, per esempio. Lavoriamo insieme sia per creare un’area scientifica e tecnica dentro la Sibioc per chi vorrà confluire sia per creare dei documenti per la definizione delle competenze».

L’evolversi delle tecnologie e della scienza anche in ambito di analisi di laboratorio permetterà sempre più diagnosi più precise…

«La medicina di precisione è il futuro prossimo in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, non so quanto prossimo nel nostro Paese perché c’è un grosso equivoco spesso con le amministrazioni e con le istituzioni: la medicina di precisione non è una medicina che costa meno perché è precisa ma è una medicina basata su tecnologie molto avanzate. Questo significa grandi investimenti sia in tecnologie, sia in formazione perché non abbiamo bioinformatici, non abbiamo personale abituato a lavorare o che ha la formazione per lavorare a questi processi. Quindi la medicina di precisione è il futuro naturale della medicina di laboratorio che sarà protagonista non solo nella diagnosi ma anche nel follow up dei pazienti, nella scelta del farmaco, nel monitoraggio degli effetti del farmaco. Il grosso problema è: avremo gli investimenti per fare questo? Servono subito se non vogliamo rimanere indietro anche nella formazione. In qualche modo vanno anche rivisti i programmi di formazione, delle lauree triennale, delle specializzazioni in medicina di laboratorio ma fondamentale è l’investimento in nuove strumentazioni. Mi rivolgo al Miur per rivedere i programmi perché dobbiamo parlare di una medicina di precisione che rivoluzionerà anche la classificazione di tante malattie perché avremo tanti dati e informazioni in più e mi rivolgo al Ministero della Salute perché senza grandi investimenti e più precocemente possibile il nostro paese rimarrà molto indietro da questo punto di vista. Probabilmente dovremo far viaggiare i campioni biologi se non i pazienti all’estero».

 

 

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