Al Policlinico Gemelli di Roma è stato inaugurato STAR, il Servizio di Teleassistenza Respiratoria, cuore del CEMAR, il Centro Malattie Apparato Respiratorio. Richeldi (pneumologo): «Le cure domiciliari e territoriali rappresentano un elemento cruciale del nostro Servizio Sanitario Nazionale, ma ancora troppo debole. Puntiamo sulle nuove tecnologie per una presa in carico sicura ed efficace»
Si chiama STAR, acronimo di Servizio di Teleassistenza Respiratoria, ed è il cuore del CEMAR, il Centro Malattie Apparato Respiratorio. La struttura, altamente innovativa e tecnologica, è il nuovo fiore all’occhiello della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. STAR è un esempio concreto di come la telemedicina possa migliorare l’offerta sanitaria, rendendola più celere e capillare.
«Grazie a questo sistema di Teleassistenza possiamo sia monitorare i pazienti una volta dimessi dall’ospedale che intercettare coloro che hanno bisogno di un ricovero immediato», spiega professor Luca Richeldi, direttore della UOC di Pneumologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Cattolica, campus di Roma.
STAR è stato un supporto fondamentale alla gestione della pandemia da Covid-19. «Tra i primi pazienti che hanno usufruito del Servizio di Teleassistenza Respiratoria ci sono coloro che hanno contratto l’infezione da Sars-CoV-2 – dice Iacopo Simonetti, pneumologo presso il Cemar -. Al momento delle dimissioni abbiamo dotato i nostri pazienti di un saturimetro Bluetooth, ovvero di un apparecchio non solo in grado di rilevare i valori della saturazione di ossigeno nel sangue, ma anche di trasmetterli in tempo reale al nostro centro di controllo. Il tutto grazie ad un’applicazione che chiunque può scaricare direttamente sul proprio smartphone. Questa comunicazione istantanea tra medico e paziente ci consente di individuare in modo precoce eventuali situazioni critiche e di disporre un immediato ricovero del paziente in questione», aggiunge lo specialista.
Per descrivere la teleassistenza offerta con STAR il professor Richeldi utilizza la metafora della torre di controllo di un aeroporto: «Molti aerei seguono una rotta predefinita e necessitano solo di essere monitorati. Altri invece, magari incontrando una turbolenza, necessitano di un cambio di rotta, che nel caso di un paziente si traduce in una terapia. Altri ancora possono aver bisogno di un atterraggio di emergenza, ovvero di un tempestivo ricovero. Il nostro sistema prevede allarmi, soprattutto relativi ai livelli di saturazione dell’ossigeno, che indicano in tempo reale la necessità di un intervento medico».
L’esperienza del Covid è stata un vero e proprio apripista che ha consentito di indirizzare un numero sempre maggiori di investimenti verso le nuove tecnologie. «La pandemia – dice il professor Richeldi – ci ha indicato come le cure domiciliari e territoriali rappresentino un elemento cruciale, ma ancora troppo debole del nostro Servizio Sanitario Nazionale e come le nuove tecnologie e la teleassistenza possano consentire una presa in carico sicura ed efficace. Nel nostro caso, dopo l’esperienza con i pazienti affetti da Covid-19, peraltro ancora in corso, ci occuperemo dei pazienti con patologie croniche respiratorie, come l’enfisema, l’asma, la bronchite cronica, le fibrosi polmonari, le bronchiectasie».
Tuttavia il Servizio di Teleassistenza Respiratoria non è l’unico servizio tecnologico che il Cemar offre ai propri pazienti. Diagnosi precoce e screening delle malattie respiratorie saranno altri due punti di forza del nuovo centro. «Esistono già programmi di screening per il cancro del polmone nei forti fumatori – ricorda il professor Richeldi – ma ci sono anche programmi di screening per altre patologie respiratorie, ad esempio per i parenti di pazienti con fibrosi polmonare e, accanto a questi, screening per la diagnosi precoce dell’asma in particolare nelle famiglie con incidenza aumentata di questa patologia. Esistono, inoltre, dei tratti genetici che possono far presumere un rischio aumentato di una determinata patologia; quindi, offriremo anche test genetici, ad esempio per le forme gravi di asma e di fibrosi».
Ma il vero salto di qualità è il trasferimento di molti degli esami di controllo in teleassistenza: «I saturimetri sono collegabili con i cellulari per la trasmissione dei dati, gli spirometri possono essere utilizzati a domicilio per poi trasmettere i dati al centro e i fonendoscopi digitali consentono ai medici di auscultare a distanza il torace del paziente. Tutto questo – conclude il professor Richeldi – ci consentirà di prendere in carico un numero maggiore di pazienti. Con le risorse attuali, riusciremo così a seguire in teleassistenza un pool di almeno 500 pazienti».
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