Operativo da quattro mesi è utilizzato da specialisti della sanità privata. Ing. Elena Bottinelli, Ad dell’IRCCS Ospedale San Raffaele: «Necessarie linee guida comuni da Ministero e Regioni. Allo studio la possibilità di estenderlo al pubblico»
Il Covid ne ha accelerato l’attivazione, ma da mesi all’Ospedale San Raffaele si lavorava per un servizio di telemedicina per visite e consulenze online. Oggi è realtà, con un bacino di utenti di 7.612 unità e 436 specialisti tra medici, psicologi e nutrizionisti, 3mila visite video coprendo 43 specialità sanitarie differenti. Dati che possono raddoppiare nel giro di un anno, eppure mentre la tecnologia accelera, la burocrazia frena.
«Sono necessarie linee guida dal Ministero della Salute e dalle Regioni per rendere il servizio omogeneo – afferma l’Ingegnere Elena Bottinelli, AD dell’IRCCS Ospedale San Raffaele –, lavoriamo senza direttive comuni, mentre invece dovrebbe esserci una unità di intenti per rendere il servizio ottimale». In attesa che la burocrazia si allinei con la tecnologia, il San Raffaele ha messo a punto un portale a cui i pazienti possono iscriversi per richiedere una prima visita, un video controllo o un consulto con specialisti, sottoponendo i propri quesiti clinici completi di documentazione di supporto in formato pdf e immagini radiologiche.
«Il progetto era già allo studio da sei mesi – spiega l’Amministratore Delegato del San Raffaele – poi il Covid ha dato una forte accelerata, e quello che avevamo messo in previsione da un punto di vista delle tecnologie in sei mesi, ha avuto lo sviluppo in uno. I primi ad accogliere favorevolmente l’iniziativa sono stati proprio i medici con una forte adesione che ha reso possibile una maggiore visibilità tra i pazienti. Un secondo input è arrivato dall’azienda sanitaria che ci ha chiesto di sviluppare progettualità legate al servizio sanitario italiano, dopo che la telemedicina era partita come un’attività privata».
Un ritardo nel pubblico che oggi si cerca di recuperare, come conferma Bottinelli: «Oggi stiamo testando progetti che consentano di evitare l’iter di pre-ricovero per il paziente, come la visita con l’anestesista e il post ricovero da gestire con la stessa modalità, e tutto l’interfaccia del sistema delle impegnative digitali in modo da rendere più smart l’attività del servizio sanitario. La risposta non si è fatta attendere ed oggi chi si iscrive sulla piattaforma può contare su uno strumento in grado di garantire un dialogo con medici e specialisti».
Per attivarsi i pazienti devono accedere al sito dell’Ospedale San Raffaele, scegliere la specialità di interesse e selezionare il medico desiderato. In parallelo al consulto è possibile archiviare la propria documentazione medica all’interno di una sezione dedicata privata e virtuale nella cartella documenti, gestire assieme al proprio medico un’agenda con servizio reminder per appuntamenti, terapie, follow up e infine scambiare con il medico e l’ospedale certificati, CD radiologici e ricette utilizzabili direttamente in farmacia.
«La possibilità del video consulto in tempo reale con il medico permette di raggiungere pazienti in altri territori. E dai primi dati è emersa proprio una maggiore affluenza di malati da altre regioni». Tra gli elementi che rendono appetibile un sistema di questo tipo – il San Raffaele è pioniere nel gruppo San Donato, ma già si è avviato un progetto analogo al Galeazzi e a breve verrà esteso anche alle altre strutture del gruppo – ci sono efficienza e rapidità di visita, flessibilità, comodità e risparmio di tempo e denaro perché, ci spiega la dottoressa Bottinelli, «il contatto non richiede trasferta e può avvenire da casa con risvolti sociali e psicologici importanti perché da un lato limita traffico e assemblamenti presso gli spazi clinici ospedalieri e dall’altra invoglia il paziente a mantenere un dialogo e un rapporto di fiducia col medico anche al termine del momento acuto della malattia, quando il percorso clinico è concluso; mentre sviluppare la capacità di gestione della patologia in modo autonomo aiuta il paziente a diventare protagonista del processo di cura».
Senza dimenticare il fattore tempo e denaro che in situazioni di grandi distanze diventa un deterrente alla visita di controllo: «A fronte di un costo allineato alle tariffe delle visite specialistiche, con la telemedicina si riducono le spese di trasferta e di accompagnamento, voce non trascurabile nel budget di molte famiglie costrette ad un pellegrinaggio sanitario, mentre lo scambio di informazioni e documenti clinici avviene in totale sicurezza, rispettando le norme vigenti del GDPR».
Ci sono ambiti in cui la telemedicina funziona bene ed è stata completamente recepita dal sistema, altri in cui la mano degli ingegneri è ancora essenziale: «Abbiamo scoperto che la psichiatria è un terreno fertile, come la cardiologia dove il paziente si sente accompagnato – spiega la dottoressa Bottinelli – mentre da qualche mese anche l’oncologia inizia ad essere coniugabile con la telemedicina. La frontiera del futuro sarà la presa in carico complessiva del paziente che potrà essere monitorato per la parte cardio, respiratoria o per patologie croniche legate al Covid. Quindi il tema della presa in carico sarà a 360 gradi e permetterà di sviluppare il sistema introducendo anche un’interfaccia per la gestione dell’impegnativa ed il pagamento del ticket».
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