La telemedicina rappresenta un elemento chiave per l’abbattimento delle liste d’attesa negli ospedali, per la sostenibilità del sistema dal punto di vista della cronicità, dell’invecchiamento e della cura delle malattie degenerative. Eppure, nonostante gli innegabili vantaggi, c’è chi guarda con sospetto questa tecnologia che oramai è parte integrante del tessuto assistenziale nazionale e mondiale. Il timore è che prima o poi «i ‘robot’ sostituiscano l’uomo» spiega Furio Gramatica, Direttore Sviluppo Innovazione della Fondazione Don Carlo Gnocchi.
«La tecnologia evoluta è un plus in tutti i settori e in particolare in medicina. Nonostante gli aspetti positivi, la diffidenza di alcuni nasce dalla paura che l’innovazione possa prendere il posto delle braccia umane. Ma non è così: la telemedicina e tutti i sistemi tecnologici avanzati, rappresentano un supporto, un’integrazione, aumentano le capacità umane ma non le soppiantano».
«Il medico non è sostituibile – prosegue Gramatica -, ma con la tecnologia il terapista può diventare un ‘super-terapista’ con capacità aumentate che non solo offrono ottime prestazioni al paziente ma permettono l’alleggerimento del sistema dal punto di vista della sostenibilità».
La presa in carico del paziente e soprattutto la riabilitazione nel periodo di convalescenza post ricovero rappresentano un effort elevato nel quadro della pianificazione assistenziale delle strutture mediche «la telemedicina può misurare intrinsecamente lo stato del paziente e quindi prevedere anche l’appropriatezza delle prestazioni riabilitative erogate, in un modo comodo e gradito al paziente che rimane presso il suo domicilio».
«Un esempio assolutamente valido – spiega il Direttore -, è la tele-riabilitazione pienamente operativa presso la Fondazione Don Carlo Gnocchi: si tratta di ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), scenari di realtà virtuale trasmessi sul televisore del paziente a casa sua con uno strumento in grado di rilevare i movimenti e di correlarli all’esercizio proposto. Per mantenere però la sicurezza del paziente, proprio perché la tecnologia è integrativa e non sostitutiva, attraverso questo sistema il paziente vede il terapista e può confrontarsi con lui da remoto».
«Questo è un sistema che oltre a migliorare la qualità della prestazione perché il paziente è maggiormente ben disposto – conclude -, abbassa i costi e aumenta l’accessibilità delle cure per tutti».
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