Salute 11 Dicembre 2020 18:42

Telemonitoraggio pazienti Covid, il modello Latina: «Solo 48 sono finiti in pronto soccorso»

I dirigenti della Ausl pontina: «Il 92% dei casi può essere seguito da remoto. La telemedicina può consentire il salto di qualità»

di Tommaso Caldarelli

Telemonitoraggio dei pazienti coronavirus, le regioni si attrezzano. Protocolli e linee guida sorgono in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana; le norme nazionali iniziano ad implementare le possibilità offerte dalla telemedicina. D’altronde, per quanto difficoltosa e spaventosa sia la patologia causata dal Sars-COV-2, la stragrande maggioranza dei casi, se adeguatamente monitorata, non necessita di intervento ospedaliero: e anzi è stato proprio questo il fattore che ha scatenato i principali problemi nella fase uno della pandemia, quando, per mancanza di informazioni e di pratiche adeguate, l’ospedalizzazione dei pazienti era diventata la norma.

Nel Lazio c’è un’esperienza pilota di telemonitoraggio coronavirus che lavora a pieno regime fin dalla fase uno. È la sala operativa della AUSL di Latina. Il capoluogo pontino, hanno spiegato gli incaricati del presidio territoriale alle telecamere di Sanità Informazione, ha preso in carico dal marzo 2020 circa 6500 pazienti. Per 728 è stato applicato il protocollo di telemonitoraggio e di questi, a seguito del controllo da remoto, 48 hanno avuto bisogno del ricovero in pronto soccorso.

«Il 92% dei casi Covid può essere seguito da remoto. I pazienti finiti in ospedale avevano effettivamente bisogno di andarci – ci ha spiegato il professor Salvatore di Somma, responsabile delle urgenze territoriali della Asl pontina -. Non solo. Grazie al monitoraggio costante sono arrivati in ospedale con una polmonite in fase iniziale, che è stata così trattata adeguatamente e con efficacia».

Il telemonitoraggio promosso dalla sanità locale di Latina consiste in un kit composto da telefonino e saturimetro che viene affidato al paziente positivo al Covid, che viene costantemente tenuto sotto controllo dal personale della Asl. «La telemedicina sa creare un salto di qualità nel livello di assistenza – ha spiegato Giorgio Casati, direttore generale della Ausl Latina -. C’è molta diffidenza in giro quando si parla di nuove tecnologie, c’è sempre la sensazione di incorrere in problemi medico legali e non tutte le aziende riescono a organizzare bene una centrale di monitoraggio. Ma questa esperienza ha abbattuto molte delle barriere di scetticismo, prima di tutto dal lato degli operatori ma anche dal lato della popolazione».

Anche perché, ha continuato il professor di Somma, le statistiche elaborate dalla sala di controllo parlano di un decorso migliore in fase post-coronavirus per i pazienti che hanno vissuto l’esperienza del telemonitoraggio: «Abbiamo un migliore outcome clinico, minore necessità di visite pneumologiche successive, minor ricorso al Pronto Soccorso e soprattutto un miglior stato psicofisico. È un sistema, io credo, che ha dimostrato la sua utilità».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Tele-supporto in allattamento, Panizza (FNOPO): “Evita il sovraffollamento dei pronto soccorso e incentiva l’allattamento al seno”  
Panizza (FNOPO): "La telemedicina è uno strumento che ci permette di rafforzare il concetto di home visiting, incentivando anche la partecipazione dei padri e, laddove possibile, dell’interno nucleo familiare"
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Dalla ricetta elettronica ai farmaci a domicilio: luci e ombre della sanità post Covid
Quadro di luci e ombre che emerge da una nuova indagine realizzata da Cittadinanzattiva, che ha coinvolto le associazioni dei pazienti, i medici, le società scientifiche e i farmacisti
Al Pertini di Roma il primo Open Day in Tele-screening per il fenomeno di Raynaud
La medicina digitale e la telemedicina possono rappresentare una valida opportunità per fare Rete, condurre visite e teleconsulti anche a distanza
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...
Advocacy e Associazioni

Cirrosi epatica, i pazienti chiedono meno burocrazia e maggior accesso al teleconsulto

Nella nuova puntata di The Patient Voice, Ivan Gardini (EpaC Ets), Ilenia Malavasi (Affari Sociali) e Francesca Ponziani (Pol. Gemelli)