Salute 26 Ottobre 2020 08:25

Terapia del plasma, al via studi randomizzati in Italia e in Europa

Il direttore di Immunoematologia del Policlinico di Pavia: «La terapia sembra essere efficace se ci sono anticorpi sufficienti e se somministrata entro le prime 72 ore dalla comparsa dei sintomi»

di Federica Bosco

Prosegue il dibattito sull’impiego della terapia del plasma iperimmune per combattere il Covid. Se da un lato buona parte dei virologi lo ritiene poco efficace, al Policlinico San Matteo di Pavia continuano ad impiegarlo ad uso compassionevole per i pazienti Covid, come spiega il direttore del Servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale Cesare Perotti: «La nostra esperienza è molto positiva, ma non deve essere considerata assoluta. Noi abbiamo imparato che il plasma funziona a due condizioni: che sia raccolto bene e che ci siano all’interno gli anticorpi neutralizzanti. C’è uno studio indiano randomizzato che boccia la terapia, ma se si approfondisce e si va a vedere ciò che dice nel dettaglio, emerge che il contenuto del plasma raccolto è poco superiore a zero. Noi abbiamo un quantitativo di plasma cinque volte superiore e dunque con una maggiore efficacia».

«In secondo luogo – continua Perotti – deve essere dato per tempo. Il timing di infusione è importantissimo – spiega -. È in uscita un bel lavoro fatto negli Stati Uniti nel quale si danno i tempi di quello che noi abbiamo osservato a marzo e aprile: deve essere somministrato nelle prime 48-72 ore da quando il paziente inizia ad avere problemi respiratori. Quindi la tempistica fa la differenza».

GLI STUDI IN CORSO IN EUROPA E IN ITALIA

Se a marzo ed aprile l’emergenza ha impedito di avviare uno studio randomizzato, oggi i tempi sono maturi per procedere con una sperimentazione ufficiale che richiede una organizzazione complessa, come ha ribadito il professor Perotti.

«Il San Matteo è stato nominato dalla Commissione Europea per uno studio molto vasto ed approfondito sull’utilizzo del plasma per trarre le conclusioni e scrivere le linee guida per la selezione del convalescente, per la raccolta del plasma e per la sperimentazione. In Europa c’è grande interesse, al punto che questo progetto, che si chiama Support-E, ha avuto un finanziamento di quattro milioni e mezzo da distribuire tra tutti i Paesi aderenti, soprattutto i più bisognosi».

«A livello italiano – continua Perotti – lo studio è partito in ritardo e con fatica perché le vicende burocratiche sono state lunghe. Oggi è partito Tsunami, il protocollo italiano che si prefigge di raccogliere i dati su pazienti randomizzati. Cosa che prima non è stato possibile fare, perché era necessario agire con rapidità sui malati; ora invece ci sono le condizioni per farlo nel miglior modo possibile. Anche perché – aggiunge – purtroppo abbiamo ricominciato a utilizzarlo per uso compassionevole a chi ne fa richiesta».

SERVONO DONATORI PER LA BANCA DEL PLASMA

Mentre Tsunami fa il suo corso, al San Matteo si lavora per potenziare la banca del plasma che a causa della ripresa della pandemia necessita di un maggior numero di donatori: «Da subito ci siamo organizzati per stoccare il plasma iperimmune – racconta Perotti – ma la banca del plasma va implementata e oggi stiamo attivando di nuovo il meccanismo di richiamo dei convalescenti perché vengano a donare. È un’azione di concerto tra il clinico, il paziente e la comunicazione», conclude.

 

Iscriviti alla newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
DL Riaperture, via libera dalla Camera. Cosa cambia per mascherine, isolamento, green pass e obbligo vaccinale
Il provvedimento recepisce la fine dello stato di emergenza. Prorogato lo smart working per i lavoratori fragili. Medici in quiescenza potranno continuare a ricevere incarichi di lavoro autonomo
di Francesco Torre
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...