Salute 16 Febbraio 2021 12:00

Terra dei fuochi, lo studio ISS certifica l’importanza della Rete dei registri tumori. Ma dopo due anni la legge è ancora senza decreti attuativi

Dopo decenni, l’iniziativa della Procura di Napoli in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità ha chiarito con certezza che laddove ci sono più siti inquinanti aumentano patologie come tumori, asma e malformazioni congenite. Castellone (M5S): «Presentata interrogazione per sollecitare il Ministero della Salute». L’oncologo Giordano: «Investire in bonifiche, programmi di prevenzione e di assistenza»

Terra dei fuochi, lo studio ISS certifica l’importanza della Rete dei registri tumori. Ma dopo due anni la legge è ancora senza decreti attuativi

Qualcuno lo ha definito un ‘segreto di Pulcinella’. Però leggere nero su bianco, per giunta su un documento redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, dell’evidenza del legame tra siti inquinanti e la diffusione di gravi patologie nella cosiddetta ‘Terra dei fuochi’ ha certamente destato impressione. E, soprattutto, ha visto riconoscere le ragioni di comitati e associazioni che da anni si battono per verificare un legame che tanti cittadini, purtroppo, hanno sperimentato a caro prezzo sulla loro pelle, spesso pagando con la vita.

In quei 39 Comuni della provincia di Caserta e di quella di Napoli si sono registrati picchi di mortalità e incidenza per tumore della mammella sopra la media; l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata; alta la prevalenza di malformazioni congenite. Nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della classe 1 a quelli delle classi successive.

In questa non invidiabile classifica primeggiano in quarta fascia, la più pericolosa, Caivano e Giugliano in Campania, entrambi nel napoletano. Nella terza classe troviamo Cardito, Casoria, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli e Villaricca, tutti nell’area metropolitana del capoluogo di regione. E poi via via gli altri.

Terra dei fuochi, le “avvisaglie” dello studio Veritas

C’è voluta però l’iniziativa della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord per lanciare la collaborazione con l’ISS e dare vita al report. Conclusioni a cui era in parte giunto due anni fa lo studio indipendente “Veritas” condotto dall’oncologo Antonio Giordano, Direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine alla Temple University di Philadelphia: «Veritas è uno studio epidemiologico preliminare – spiega Giordano a Sanità Informazione -. È partito dal basso nel senso che ha ricevuto i finanziamenti per venire alla luce da alcune popolazioni dei territori della Terra dei fuochi. Nonostante alcune limitazioni, espressamente descritte nel manoscritto, come il numero ridotto di pazienti, è stato ottenuto un dato significativo per quanto riguarda il livello ematico di quattro metalli pesanti, considerati cancerogeni per la salute umana dallo IARC e dosati nel sangue di pazienti oncologici che, in molti pazienti, hanno superato i limiti di legge consentiti. Questo è un fatto già di per sé allarmante. In ogni caso, questo lavoro scientifico è stato criticato proprio perché condotto per iniziativa dei cittadini e non degli enti predisposti a tali indagini».

Lo studio ISS e il ruolo dei Registri tumori

Il territorio dei 38 campanili campani inclusi nella Terra dei fuochi si riferisce ad una superficie totale di 426 km2 ed è interessato dalla presenza di 2.767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali. Nel report ISS viene spiegato come questi risultati «evidenziano nel complesso un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie».

Conosce bene la storia Maria Domenica Castellone, oncologa ricercatrice del CNR e dal 2018 senatrice del M5S. La sua città, Giugliano, è l’epicentro della Terra dei fuochi. Anche per questo è stata tra le promotrici della legge sull’Istituzione della legge sulla Rete dei registri tumori, poi avvenuta nell’aprile 2019.

«Il Comune in cui vivo, Giugliano, è il comune più pericoloso in assoluto. Questo indice creato ad hoc, un indice di rischio comunale che mette in correlazione i dati sanitari con i dati ambientali, è il più alto in assoluto. C’è voluta la Procura perché mancano ancora gli strumenti e i registri che mettano assieme i dati e permettano di fare questa correlazione», spiega a Sanità Informazione la senatrice Castellone.

«È stata fatta una mappa territoriale dei siti inquinanti – continua la senatrice – che poi si è correlata a un’altra mappa con gli esiti sanitari, consultando i registri di mortalità, i ricoveri ospedalieri, i registri di incidenza oncologica, di malformazioni congenite, di nascite pretermine. Si sono così incrociati i dati sanitari e i dati di inquinamento ambientale e si è visto che c’era una correlazione direttamente proporzionale. I comuni che avevano più siti inquinanti erano anche quelli in cui c’era aumento per determinate patologie. È un chiaro esempio di uno studio che mette in correlazione dati scientificamente validati e dà indicazione di uno stretto legame tra ciò che è presente a livello ambientale e gli effetti sulla salute».

Mancano i decreti attuativi della Legge sulla Rete dei registri tumori

La Procura di Napoli e l’ISS hanno in sostanza realizzato quello che si proponeva la Legge sulla Rete dei registri tumore approvata nel 2019 e che, purtroppo, non è ancora operativa perché priva del necessario regolamento e dei decreti attuativi.

«Pochi mesi fa abbiamo depositato un’interrogazione al ministero della Salute per sollecitare questi decreti attuativi che poi obbligheranno le regioni ad attuare le previsioni di quella legge che mirano proprio a far sì che tutto il territorio nazionale abbia una registrazione dei dati oncologici. Purtroppo, ciò non è avvenuto perché con l’avvento della pandemia tutta l’opera del ministero della Salute si è concentrata in quella direzione – commenta Castellone -. Noi abbiamo sollecitato il ministero della Salute ad emanare il decreto attuativo in modo che poi le regioni possano adempiere alla previsione di legge, cioè comunicare al ministero entro un termine molto breve (6 mesi) tutti i dati dell’incidenza e della mortalità delle patologie oncologiche e anche il referto epidemiologico. Questo sarà importante perché ci permetterà di avere una fotografia dello stato di salute della popolazione su tutto il territorio nazionale. Cosa che servirà soprattutto per mettere in atto quelle metodiche di screening, di prevenzione, di diagnosi precoce che ancora oggi in ambito oncologico sono l’arma più potente che abbiamo».

Giordano: «Politica intervenga contro gli eco-reati»

Nel 2019, in base ai dati della rete AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumore) erano attivi 47 registri tumori che coprivano il 67% della popolazione. Oggi i registri sono 49 e coprono il 70% di tutto il territorio nazionale. Ma c’è ancora quasi il 30% di territorio e popolazione non coperto da registro tumori. La strada è lunga.

Il problema dell’inquinamento ambientale e dei danni sulla salute della popolazione non riguarda solo la Terra dei fuochi ma anche tante altre zone d’Italia e probabilmente si riproporrà in futuro. «La conoscenza delle “cause” è il primo strumento per un’adeguata strategia di controllo – spiega ancora il professor Giordano -. La politica non può più non intervenire contro gli eco reati. Bisogna investire in bonifiche, programmi di prevenzione e di assistenza. Le conoscenze scientifiche non possono essere più disattese soprattutto in situazioni come quella attuale di emergenza sanitaria mondiale il cui sviluppo ha, probabilmente, anche responsabilità ambientali».

 

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